È di 850 milioni di euro il “buco” nelle entrate fiscali relativo alla tassa di possesso, ovvero il bollo auto. Una cifra tutt’altro che trascurabile quella che emerge dall’elaborazione effettuata da Quattroruote e ACI: a fronte di 34,4 milioni di veicoli soggetti alla tassa, il gettito stimato è di 6,45 miliardi di euro, ma quello effettivamente riscosso dalle Regioni si ferma a 5,6 miliardi.
Malgrado le pensanti ripercussioni sui loro bilanci, raramente le Regioni applicano la facoltà di chiedere la cancellazione d’ufficio del veicolo dagli archivi del Pra - e quindi il ritiro di targa e carta di circolazione – come previsto dall’art. 96 del Codice della Strada dopo almeno 3 anni di mancato pagamento. A Quattroruote il presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani spiega come, dopo la maxi radiazione avvenuta nel 1999 in concomitanza con il passaggio del tributo dallo Stato agli enti locali (2 milioni di veicoli), solo Lombardia e Lazio abbiano continuato a ricorrere con regolarità al provvedimento.
Eppure, secondo le stime dell’ACI, sarebbero ancora un milione i veicoli abbandonati o finiti all’estero senza che la loro posizione venisse regolarizzata. La loro radiazione permetterebbe alle Regioni il risparmio delle spese relative ai tentativi di recupero di crediti di fatto inesigibili, stimate in circa 25 milioni di euro l’anno.