
L’Associazione Italiana Private Banking (AIPB) ha organizzato l’evento “Private Banking e filantropia. Creare valore per la collettività” presso Villa Necchi Campiglio, evidenziando come l’industria del private banking, con oltre 1.200 miliardi di euro gestiti, possa contribuire al bene sociale.
L’evento, con interventi di esperti del settore, ha messo in luce l’importanza di strumenti filantropici come fondi, polizze assicurative e trust, per sostenere progetti sociali e generare un impatto positivo sulla collettività.
Andrea Ragaini, presidente di AIPB, ha sottolineato che il private banking non è solo gestione patrimoniale, ma anche un motore di valore sociale: “Investire nell’economia reale e in progetti con impatto positivo permette alle famiglie Private di contribuire alla collettività. Oltre alle fondazioni di famiglia, strumenti come fondi filantropici, polizze assicurative, fondazioni fiduciarie e trust possono rendere la filantropia parte integrante della pianificazione patrimoniale. Sostenere cause di valore significa infatti lasciare un’eredità positiva per le future generazioni”.
Marcello Gallo, presidente del Fondo Filantropico Italiano, ha discusso la crescente necessità di consulenza filantropica, evidenziando la difficoltà del passaggio generazionale dei patrimoni e l’importanza della pianificazione per canalizzare le risorse verso obiettivi sociali. Secondo la Fondazione Cariplo, entro il 2030 circa 20,8 miliardi di euro di patrimoni non avranno un erede, la cifra salirà a 88 miliardi nel 2040. Si tratta di risorse che potrebbero essere valorizzate nell’interesse della collettività, ma la propensione a fare testamento, che in Italia è solo del 12%, dovrebbe crescere.
In questo scenario, la filantropia diventa una risposta importante, con la consulenza di professionisti finanziari che aiutano i donatori a selezionare lo strumento filantropico più adatto nel canalizzare queste risorse verso scopi sociali. In questa cornice, proprio il Fondo Filantropico Italiano sta sviluppando collaborazioni proficue con il mondo del private banking e dei family office, offrendo soluzioni personalizzate per garantire che i patrimoni destinati alla filantropia possano essere gestiti in modo efficace e a lungo termine. Gallo ha messo poi in luce i dati di un recente report del Fondo: sebbene il 69% dei soggetti con una ricchezza finanziaria tra 500 mila e 10 milioni di euro scelga autonomamente l’ente da sostenere, emerge un crescente interesse per la consulenza filantropica, con un aumento della domanda di servizi di intermediazione.
L’approccio consulenziale è considerato dunque fondamentale per affiancare i filantropi nella gestione delle loro donazioni, e il modello del Donor Advised Fund (DAF) sta suscitando un notevole interesse
L’evento ha presentato anche l’Annuario Generale del Private Banking 2025, che raccoglie i protagonisti del settore e le loro attività, consolidando la crescente attenzione verso la filantropia nel private banking.