
Allianz Trade prevede che le insolvenze aziendali globali cresceranno del +6% nel 2025 e del +3% nel 2026, dopo un aumento del +10% nel 2024.
Questi aumenti sono attribuiti a fattori come l’incertezza economica, tassi di interesse elevati e una debole ripresa della domanda. In Italia, si stima che oltre 14.000 aziende siano a rischio di insolvenza nel 2025 e altrettante nel 2026, con il settore delle costruzioni particolarmente colpito.
Le insolvenze aziendali continuano a essere influenzate da una combinazione di fattori globali e locali. L’accesso al credito, che rimane sotto pressione a causa dei tassi di interesse elevati, ha reso più difficile per le aziende indebitate gestire le proprie operazioni e investimenti. La possibilità di una guerra commerciale globale, inoltre, aggrava ulteriormente il quadro, con potenziali ripercussioni su economie già fragili. “Un aumento del costo del credito potrebbe portare a un inasprimento delle condizioni finanziarie, spingendo molte imprese vulnerabili verso il fallimento”, ha dichiarato Maxime Lemerle, Lead analyst di Allianz Trade.
In Italia, la situazione è ulteriormente complicata dalla persistente debolezza economica e da una lenta ripresa post-pandemia. Nonostante un aumento delle insolvenze registrato nel 2024, particolarmente accentuate nel secondo semestre, le insolvenze aziendali italiane sono ancora sotto i livelli pre-pandemia. Tuttavia, le previsioni per il 2025 e il 2026 indicano un ulteriore aumento, con il settore delle costruzioni e del commercio che risentiranno maggiormente della crisi.
Le insolvenze potrebbero avere un impatto significativo sull’occupazione, con 2,3 milioni di posti di lavoro a rischio nel 2025, in particolare in Europa occidentale e Nord America. Il 2026 vedrà un aumento più contenuto, ma la situazione rimarrà critica. La crescita dei rischi di insolvenza sottolinea l’importanza di un monitoraggio costante da parte delle imprese, per evitare il deterioramento della loro posizione finanziaria in un contesto sempre più instabile.