Non ci sono ancora certezze sul destino di Aviva France. Negli ultimi giorni si sono rincorse diverse voci sulla stampa francese, ma il gruppo britannico fa sapere che sono state prese in considerazione diverse opzioni, ma non è ancora arrivato il momento delle decisioni su un deal da circa 3 miliardi di euro. La compagnia cerca di tranquillizzare tutti, sottolineando in una nota che “siamo ben consapevoli delle nostre responsabilità nei confronti di Aviva France. Se necessario, Aviva consulterà tutte le parti interessate, compresi gli organi di rappresentanza del personale e AFER”.
La presenza nel paniere di Aviva France della gestione del contratto di assicurazione sulla vita di Afer (l’associazione francese per il risparmio e la pensione) che riunisce 760.366 soci, regala una sapore speciale a questa operazione. Il valore del contratto con Afer (oltre 54 miliardi di euro in gestione a fine 2020) è stimato intorno al miliardo di euro.
Il presidente di AFER Gérard Bekerman ha preso atto della decisione di Aviva di cedere la sua controllata francese, ma rivendica il diritto di influenzare la scelta dell’acquirente. “Abbiamo capito da tempo che Aviva aveva preso in considerazione la vendita della sua divisione francese e abbiamo richiamato i nostri diritti”, ha dichiarato alla stampa Gérard Bekerman, spiegando che “secondo una clausola contrattuale, qualsiasi vendita di Aviva France richiede la consultazione con AFER, intesa a proteggere gli interessi dei membri”.
Nei giorni scorsi, anche la rappresentanza intersindacale Aviva France-UFF-Epargne Actuelle, non ha nascosto le forti preoccupazioni circa il mantenimento dei posti di lavoro e ha minacciato di intraprendere azioni legali.
A oggi si sono fatti avanti il tandem Allianz e Athora, il fondo di investimento Eurazeo, Generali e Aéma/Macif, la cui offerta ha incassato il parere favorevole dell’intersindacale, ma in corsa ci sarebbero anche Axa e La Mondiale.