
In un’Europa che cerca di ritrovare coesione e slancio economico, il settore assicurativo si propone come protagonista di una trasformazione strategica che punta a mobilitare il risparmio privato verso investimenti produttivi.
A Roma, durante il convegno promosso da Ania, il presidente Giovanni Liverani ha tracciato con chiarezza il ruolo cruciale delle compagnie assicurative, che gestiscono ben 9.500 miliardi di asset nel continente. “Un motore per la crescita del risparmio aggiuntivo”, ha detto Liverani, sottolineando come le assicurazioni Vita rappresentino già il 13% delle attività finanziarie delle famiglie italiane.
Ma il motore, ha aggiunto, “va alimentato”, e per farlo servono “facilitazioni fiscali e regolatorie che stimolino il ricorso a coperture assicurative mirate”.
Secondo il numero uno dell’Ania, senza un quadro normativo favorevole, il potenziale del settore rischia di restare inespresso.
La commissaria europea per i servizi finanziari, Maria Luis Albuquerque, ha annunciato l’arrivo imminente degli emendamenti al Regolamento Solvency II, che definisce i requisiti di capitale per le compagnie.
“Tutti coloro che devono applicare le nuove norme avranno a disposizione un anno intero per prepararsi”, ha rassicurato, lasciando intendere che la semplificazione sarà al centro della revisione, per poi concludere dicendo: “L’Europa deve diventare un posto dove si può fare impresa senza compromettere la stabilità finanziaria”, ribadendo la necessità di un equilibrio tra crescita e prudenza.
Il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini, ha lanciato un appello per “una maggiore integrazione del quadro di vigilanza europeo”, lamentando “la mancanza di un sistema coeso di tutela dei consumatori”, che si avverte “in modo particolarmente acuto”. Senza una piena armonizzazione, ha avvertito, “si crea una certa tensione tra la libertà di fornire servizi in diversi Stati membri e il principio secondo cui la responsabilità”.
Un monito che richiama l’urgenza di costruire un sistema più solido e uniforme, capace di proteggere i cittadini e garantire la fiducia nel mercato.
Il sottosegretario all’economia, Federico Freni, ha posto l’accento sulla necessità di creare prodotti assicurativi diversificati e su misura: “I grandi investitori devono avere il sistema per creare prodotti adeguati al piccolo risparmiatore”, ha detto, avvertendo che “prodotti troppo comuni, identici o senza una valida differenziazione non sono resistenti agli shock”. Un richiamo alla qualità e alla resilienza, in un contesto dove la volatilità è diventata la nuova normalità.
Il progetto Siu, l’Unione del risparmio e degli investimenti presentato dalla Commissione europea nel marzo 2025, è il cuore pulsante di questa nuova visione. Liverani lo ha definito “una priorità fondamentale per il futuro della Ue”, ricordando come “mai come in questo ultimo periodo, l’Europa si è trovata di fronte a crisi così imponenti”, dal Covid alla guerra in Ucraina, passando per le tensioni in Medio Oriente e le sfide demografiche. “Il rischio demografico è il silent killer dei sistemi socioeconomici occidentali”, ha detto con forza, evidenziando la necessità di agire con decisione.
L’obiettivo del Siu è ambizioso: costruire un ponte tra il vasto risparmio privato europeo e l’economia reale, mobilitando risorse che oggi giacciono infruttifere. Le famiglie europee detengono oltre 10mila miliardi di euro in depositi bancari, con un tasso di risparmio triplo rispetto agli Stati Uniti. Ecco perché, come ha ricordato Liverani, “le priorità politiche europee, e tra queste l’Unione del Risparmio e degli Investimenti, devono essere coronate da successo”. Un successo che passa inevitabilmente per il coinvolgimento strategico delle assicurazioni, capaci di proteggere, liberare capitale e orientarlo verso ciò che serve davvero: crescita, innovazione e stabilità.