Smart cities interconnesse, veicoli completamente autonomi e micromobilità tascabile, abilitati da sensori IoT, telecamere e sistemi ADAS, con un’offerta assicurativa creata su misura in base alle abitudini di consumo e ai dati di guida degli utenti. Sono solo alcune delle tematiche affrontate all’interno dello studio “Move to the future: la mobilità del 2031” realizzato da EY e IIA - Italian Insurtech Association per capire come la mobilità e l’industria assicurativa evolveranno nei prossimi 10 anni.
L’indagine ha coinvolto i principali protagonisti del settore: compagnie assicurative, broker assicurativi, case automobilistiche, insurtech, tech companies, operatori di mobilità e gruppi che forniscono servizi di assistenza.
La mobilità 2031 sarà sempre più dominata da auto elettriche (con una previsione delle nuove immatricolazioni tra 10 anni stimata intorno al 40%) o ibride (42%), considerando che nei primi 5 mesi del 2021 c’è stata una crescita del 335,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La componente tecnologica, che già oggi ha un peso del 65% nella produzione di autovetture, sarà il fattore abilitante per lo sviluppo di nuovi modelli di spostamento in futuro, dalle smart cities interconnesse ai veicoli a guida autonoma, passando per l’air taxi, il treno Hyperloop e la micromobilità tascabile.
L’utilizzo di tecnologie avanzate comporterà però nuovi rischi, soprattutto in tema di cyber security. Secondo gli intervistati, il maggior pericolo è legato alle vulnerabilità delle interfacce di connessione dei nuovi veicoli (44%), seguito dalla possibilità di dirottamento o furto di veicoli a guida autonoma (30%) e dalla possibile violazione della privacy legata al tracciamento degli spostamenti (26%). Pertanto, sarà fondamentale prevedere eventuali attacchi già nelle prime fasi di implementazione e progettazione dei veicoli, adottando un approccio “security by design”.
I nuovi trend della mobilità influenzeranno fortemente anche l’offerta delle compagnie assicurative, che stanno già sviluppando nuove tipologie di polizze, legate all’analisi comportamentale e dei dati di guida (behavioural/data driven insurance per il 74% del campione) o calcolate in base ai km percorsi (pay per mile/pay as you drive per 59%). In prospettiva, saranno sempre più diffusi i prodotti assicurativi dedicati alla mobilità multimodale (59%), cioè legati alla persona indistintamente dal mezzo di trasporto utilizzato e allargata a più mezzi - bike, monopattino elettrico, scooter, macchina - sia privati sia in sharing - e soluzioni integrate all’interno di bundle di acquisto (invisible/embedded insurance 48%). Ad oggi i prodotti assicurativi dedicati alla mobilità multimodale sono ancora poco presenti all’interno dell’offerta delle compagnie (solo il 37% degli intervistati li ha già in pacchetto), mentre sono già oggi una realtà ampiamente consolidata i servizi a valore aggiunto e l’assistenza stradale digitale (in pacchetto per il 70% degli intervistati), per i quali non ci si attende un ulteriore sviluppo in quanto già largamente adottati
“La spinta high-tech dei veicoli va nella stessa direzione delle assicurazioni soddisfacendo il bisogno di protezione dei conducenti – spiega Francesco Pisapia, Italy Insurance Consulting Leader EY. Eppure, una minore frequenza nei sinistri può rappresentare potenzialmente una perdita dovuta all’abbassamento dei premi RCA, che può essere compensata per il 55% degli intervistati dall’ingresso in nuove aree di business e/o mediante una revisione della ponderazione dei rischi esistenti, come ad esempio il rischio cyber, per il 44% del campione. Un’ulteriore compensazione scaturirà dalla diminuzione della frequenza degli incidenti ma non dalla magnitudo: i componenti e le skill necessarie alle riparazioni saranno più preziose”.
“I dati di questa ricerca ci dicono chiaramente che la trasformazione digitale e tecnologica sta cambiando profondamente e rapidamente il nostro modo di muoverci. Andrà dunque ripensato radicalmente il modo di trasferire sul piano finanziario i rischi reali legati alla mobilità attraverso innovazione di processo e prodotto. Questa evoluzione vedrà peraltro coinvolti tanto player di mobilità e produttori di mezzi di trasporto impegnati a costruire un'offerta assicurativa per la loro customer base quanto stakeholder assicurativi indirizzati verso la strutturazione di servizi di mobility per i loro assicurati. Ci aspettano anni entusiasmanti” - ha dichiarato Gerardo Di Francesco, Segretario Generale IIA.
L’evoluzione tecnologica, attraverso l’utilizzo dei sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS - Advanced Driver Assistance Systems; come il cruise control adattivo, sistemi di mantenimento di carreggiata, frenata automatica di emergenza, etc.) ha un impatto anche sul pricing. Il 50% dei player intervistati conferma che all’interno della propria offerta sono già presenti prodotti assicurativi il cui premio varia sulla base del numero e della tipologia dei sistemi ADAS presenti a bordo del veicolo, mentre il 40% ne sta valutando l’attivazione.
Per la maggioranza del campione (56%) la progressiva digitalizzazione e innovazione tecnologica dei veicoli condurrà a una riduzione della frequenza dei sinistri e conseguentemente a una riduzione del Loss Ratio (rapporto tra sinistri avvenuti e premi incassati nello stesso esercizio). Solo una minoranza (33%) ritiene che non ci saranno variazioni significative rispetto ai valori attuali, in quanto i benefici attesi in termini di frequenza dei sinistri saranno compensati da un aumento del costo medio dei sinistri, mentre una quota residuale (11%) sostiene, al contrario, che sarà l’aumento del costo medio dei sinistri a prevalere, con un conseguente incremento del Loss Ratio rispetto ai valori attuali.
L'evoluzione delle abitudini di trasporto influenzerà inoltre le modalità distributive delle compagnie assicurative: l'83% ritiene necessario sviluppare nuovi accordi strutturali con il mondo automotive per rendere le polizze sempre più integrate in fase di acquisto del veicolo. La mobilità dei prossimi anni si prospetta sempre più caratterizzata dalla collaborazione tra player operanti in diverse industry, al di là del settore assicurativo, in ottica open innovation. Infatti, l’81,5% ha già avviato collaborazioni con tech company, il 70,4% con Insurtech, il 59,3% con compagnie automotive e il 51,9% con compagnie assicurative. Le compagnie assicurative potranno ad esempio usufruire delle tecnologie e di soluzioni innovative sviluppate dalle start up per offrire una customer experience più avanzata al cliente, migliorare il proprio posizionamento come player innovativi sul mercato e servire nicchie inesplorate. Le aziende tech e le insurtech potranno a loro volta sfruttare le competenze e l’esperienza degli attori tradizionali per aumentare la propria brand awareness e trovare nuove forme di finanziamento. Il 61% degli intervistati sta già valutando collaborazioni e partnership con una serie di attori che operano in ambiti diversi dal settore sia assicurativo sia automotive, anche se complementari; il 22% è preoccupato dall’ingresso sul mercato di nuovi player che potrebbero erodere il portfolio cliente, mentre il 17% ritiene che questi nuovi soggetti si rivolgano a una fascia di mercato diversa.