
L’Osservatorio Look to the Future di Athora Italia, compagnia assicurativa vita parte del Gruppo Athora, ha presentato i risultati dell’indagine condotta da Nomisma sulla provincia di Milano, offrendo una panoramica dettagliata sull’approccio dei cittadini verso risparmio, gestione del patrimonio e previdenza complementare.
I dati mostrano un quadro complesso, segnato da timori diffusi e da una fiducia limitata nel sistema previdenziale pubblico. Più di quattro cittadini su dieci (42%) dichiarano di essere preoccupati per la propria situazione economica al momento del pensionamento, con ansie legate soprattutto alle spese impreviste (48%), ma anche a quelle correnti (34%) e alla possibilità di mantenere l’attuale tenore di vita (31%). Il 34% degli intervistati ritiene che la propria condizione economico-finanziaria peggiorerà con la pensione, mentre il 49% pensa che resterà invariata e solo il 16% immagina un miglioramento.
La fiducia nella pensione pubblica appare fragile: il 61% nutre poca o nessuna fiducia, mentre appena il 12% si dice molto fiducioso. Nonostante ciò, la soluzione non sembra essere il posticipo del pensionamento: solo il 17% lo farà sicuramente, il 23% lo ha valutato ma probabilmente non lo farà, e la maggioranza (59%) non ha mai preso in considerazione questa ipotesi. Ancora più significativo è il dato sulla previdenza complementare: il 41% degli intervistati non ha mai valutato la sottoscrizione di una pensione integrativa o non intende farlo, mentre il 36% l’ha già sottoscritta e il 23% la sta valutando.
Tra chi ha scelto o sta considerando questa strada, prevalgono i fondi aperti (34%), i fondi negoziali (25%) e i Piani Individuali Pensionistici (22%), ma una quota rilevante (34%) non ha ancora un’idea chiara sull’opzione da adottare. Per informarsi o procedere alla sottoscrizione, i cittadini si rivolgono principalmente alle compagnie assicurative (32%), al passaparola (28%) e ai portali welfare aziendali (27%). La maggior parte di chi ha sottoscritto una soluzione previdenziale si è rivolta a banche (31%) o consulenti finanziari (23%), con l’88% degli intervistati che ritiene importante la consulenza, apprezzandone trasparenza, competenza e capacità di ascolto.
Per gli investimenti, il 28% si affida alle banche, mentre il 39% sceglie autonomamente, privilegiando il livello di rischio (33%) e il rendimento di lungo periodo (13%). I criteri ESG sono considerati almeno in parte dal 70%, decisivi per il 10%. Sul fronte economico, il 43% giudica buona o ottima la propria situazione familiare, ma la capacità di risparmio resta bassa per il 41%; negli ultimi tre anni il 51% ha mantenuto stabilità economica, il 32% ha registrato peggioramenti e solo il 20% miglioramenti. Il patrimonio familiare è concentrato in conti correnti e depositi (99%) e immobili (80%), con polizze pensionistiche (36%), fondi (31%) e obbligazioni (23%). La gestione del patrimonio è guidata dal desiderio di guadagno (53%), protezione del valore (52%) e raggiungimento di obiettivi di vita (50%). Nel complesso, i dati evidenziano prudenza e incertezza, con cittadini consapevoli dei rischi ma ancora riluttanti a investire in previdenza complementare.