Il viaggio non è sinonimo di svago, ma assume sempre più le sembianze di un qualcosa legato al lavoro. Infatti, i cosiddetti business travellers costituiscono una nicchia di mercato in continua crescita, che incide non poco sull’economia delle principali città d’Europa e del mondo.
Hundredrooms, comparatore online di case da poco arrivata in Italia che raggruppa alloggi di Airbnb e hotel via Booking.com, ha raccolto alcuni dati significativi sul fenomeno.
Secondo l’ultimo report della Global Business Travel Association (GBTA), tra il 2014 e il 2015, la spesa globale di questo segmento è aumentata del 5%, e si stima che nel 2020 il business travel raggiungerà gli 1,6mila miliardi di spesa.
In particolare, a livello nazionale, Milano si conferma come la capitale del turismo congressuale e d’affari. Secondo il Lamci (Laboratorio di Analisi del Mercato Congressuale Internazionale), nel 2016 il numero di meeting nella città meneghina ha conosciuto un incremento dello 0,2% rispetto all’anno precedente, mentre i partecipanti sono aumentati del 6,8%. Ciò si è tradotto in una spesa da parte di partecipanti e organizzatori che è andata oltre i 770 milioni di euro. Un impatto molto positivo per il territorio.
Le città d’affari con una simile vocazione, dunque, non possono farsi trovare impreparate in termini di accoglienza dei business travellers. Diventa, insomma, sempre più importante concentrare gli sforzi in un’offerta che soddisfi le esigenze di una categoria di viaggiatori che ha poco da spartire con il turista tradizionale. E gli alloggi turistici sembrano essere un’ottima soluzione. Secondo Concur, agenzia che si occupa della gestione delle spese legate al settore del business trip, l’affitto di appartamenti privati per i viaggi di lavoro è infatti aumentato del 57% tra il 2015 e il 2016.
In particolare, rispondono alle esigenze dei business travellers quegli alloggi che abbiano una capienza tale da poter ospitare un gruppo nutrito di persone e che includano una sala abbastanza ampia in cui collaborare tra colleghi, fare riunioni e pianificare le attività della giornata successiva. Parimenti importanti sono la disponibilità di WiFi illimitato, nonché i servizi più tradizionali, come lavatrice, colazione e parcheggio. Infine, la scelta dei businessmen ricade spesso sugli appartamenti privati poiché questi garantiscono una maggiore autonomia e, nella vasta gamma di opzioni, è molto facile trovare quella che sia ubicata nelle vicinanze del luogo di lavoro.
Un fenomeno in costante crescita, poi, risulta essere quello del Bleasure, in parte legato al turismo d’affari. Con tale termine, nato dalla fusione delle parole inglesi “business” e “laisure”, si intende la tendenza, oggi sempre più in voga, di unire l’utile al dilettevole e di sfruttare i viaggi di lavoro anche per visitare la città di destinazione, rilassarsi e conoscere da vicino la sua cultura e le sue attrazioni. Secondo una ricerca di Carlson Wagonlit Travel (CWT), agenzia leader nell’organizzazione di viaggi d’affari per multinazionali e istituzioni pubbliche, il 7% dei viaggi d’affari nel mondo si converte anche in viaggi di piacere. I business travellers, infatti, scelgono spesso di prolungare i loro soggiorni (46%) o di anticipare l’arrivo di qualche giorno (34%) per godersi la città. Sempre secondo tale ricerca, tra le destinazioni europee in questo senso più gettonate rientrano Barcellona, Lisbona, Roma, Amsterdam, Stoccolma, Dublino, Londra ed Helsinki.