
La lunga crisi sanitaria ha avuto un impatto assai diversificato “sulla situazione economica delle famiglie e ha determinato un aumento della disuguaglianza dei redditi”.
È quanto emerge dal rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia. La pandemia “ha colpito soprattutto gli individui con lavori più instabili e quelli occupati nei settori maggiormente esposti. Nel complesso tuttavia la capacità di rimborso dei prestiti è rimasta buona, per effetto dei bassi tassi d’interesse, delle moratorie e delle altre misure di sostegno. La quota di debito detenuto dalle famiglie finanziariamente vulnerabili, seppure in aumento, è contenuta e i rischi per il sistema finanziario sono limitati”.
Il forte ridimensionamento del credito al consumo (-1,9% a febbraio del 2021, a fronte di un’espansione dell’8% di un anno prima) è stato bilanciato dalla crescita dei mutui, tornata prossima a quella antecedente la pandemia (2,4% a febbraio), in connessione con la sostenuta ripresa delle compravendite immobiliari nella seconda parte del 2020. Bankitalia afferma inoltre che “l’esposizione delle famiglie ai rischi di rialzi dei tassi di mercato è contenuta dalla composizione dei prestiti. La quota di mutui a tasso fisso ha toccato un massimo alla fine del 2020 (pari al 52% delle consistenze, in aumento di sei punti percentuali da dicembre del 2019). Le famiglie scelgono prevalentemente il tasso fisso anche per indebitarsi a scopo di consumo: il 58% delle erogazioni degli ultimi cinque anni”.