
Sono oltre 16 milioni gli italiani che lo scorso anno si sono ritrovati con danni all’auto parcheggiata, per un danno complessivamente stimato a più di 13 miliardi di euro.
È questo il dato principale che emerge da un’indagine commissionata da Facile.it agli istituti mUp Research e Norstat.
Nel 70% dei casi si è trattato dell’urto da parte di un altro veicolo, mentre in oltre 1 caso su 4 (26,7%) il danno è derivato da un atto vandalico, nel 12,4%, si legge nell’analisi, da un tentativo di furto del veicolo o di oggetti contenuti in esso.
L’entità media del danno subito ha sfiorato i 730 euro, anche se emergono delle differenze a livello territoriale. Se nel Sud/Isole il valore è stato inferiore alla media e pari a circa 564 euro, nel Nord Ovest ha raggiunto gli 830 euro e addirittura gli 874 euro nel Nord Est.
Dopo aver subito il danno, il 42,9% non ha riparato il danno, percentuale che raggiunge il 53,5% tra i 45-54enni.
Il 32,9% ha provveduto di tasca propria alla riparazione, dato da leggere anche alla luce del fatto che più di 1 italiano su 2 abbia dichiarato di non avere una polizza che lo tutelasse da quel tipo specifico di danno, come ad esempio una kasko completa, la copertura contro atti vandalici o quella furto e incendio.
Gli italiani, però, non solo si sono visti danneggiare la propria auto, ma hanno causato a loro volta dei problemi agli altri automobilisti tanto che, secondo l’indagine commissionata da Facile.it, sono più di 3 milioni e mezzo (9%) gli individui che hanno ammesso, in fase di manovra o parcheggio, di aver urtato un’altra vettura senza che il proprietario fosse presente.
Una volta urtato un altro veicolo, il 70,2% si è comportato in maniera corretta, fermandosi per attendere il proprietario del veicolo o lasciando un biglietto con i propri contatti. Invece, circa 767.000 persone (22,1%) sono andate via senza lasciare alcun riferimento; percentuale che sale al 27,2% tra il campione maschile. Il 5,9%, invece, ha ammesso che sarebbe voluto andare via ma, a causa testimoni, è dovuto rimanere.