La tecnologia Big Data è ancora poco conosciuta dagli italiani che nutrono ancora molti timori sulla raccolta dei dati. In estrema sintesi è questo il principale risultato della seconda edizione dello studio “Retail Transformation 2.0”,realizato dal Digital Transformation Institute e Cfmt.
Osservando le risposte delle persone coinvolte nella ricerca “Retail Transformation 2.0”, emerge una certezza assoluta: secondo il 90% degli italiani acquisire informazioni su un prodotto o un servizio è diventato molto facile, molto più semplice rispetto a qualche anno fa. Ma gli italiani non sanno bene che ciò è possibile anche grazie ai Big Data. Infatti, solo 4 cittadini su 10 (dato di poco più elevato rispetto al 2018) hanno familiarità con la tecnologia Big Data e la sanno descrivere. Sono pochi ad aver chiaro il meccanismo della raccolta dati finalizzata a personalizzare offerte commerciali e informazioni. Pochi anche rispetto ad altre tecnologie digitali che gli italiani conoscono decisamente meglio: social network (95%), AI (82%), Innovazione Sostenibile (76%) e Realtà Aumentata e Virtuale (75%).
La consapevolezza del ricevere informazioni personalizzate sullo smartphone su un negozio che si stava visitando o sui prodotti in esso disponibile, frutto dell’analisi Big Data, è percepita come un qualcosa di sperimentato in modo regolare solo dal 15% degli intervistati, con un 52% al quale “è capitato di provare”. Un 44% delle persone sostiene di essere interessato a questo tipo di servizio, con un incremento del 7% rispetto alla prima edizione della ricerca. A fronte di un 29% di italiani che si sentono del tutto a proprio agio a fronte di informazione personalizzata, c’è un 24% che percepisce una situazione di disagio causato, per alcuni, da “sensazione di essere controllato e spiato” o per il non potersi “sottrarre alla pubblicità, non avere tregua rispetto all’invadenza”.