Sono quasi 118mila le imprese italiane a rischio usura, con un aumento di oltre 2. 600 rispetto all'anno scorso, secondo un’analisi della CGIA di Mestre.
Queste aziende, prevalentemente artigiani e piccoli imprenditori, sono state segnalate alla Centrale dei Rischi della Banca d'Italia dai finanziatori, rendendo difficile per loro ottenere nuovi prestiti. Un terzo delle imprese segnalate si trova nel Sud Italia, dove la situazione è particolarmente grave in province come Benevento, Chieti, Savona, Rieti e Lecce. Nelle grandi aree metropolitane, Roma ha il maggior numero di aziende in difficoltà, seguita da Milano, Napoli, Torino e Firenze. Le percentuali di aumento di insolvenza sono più elevate a Benevento, Chieti, Savona, Rieti e Lecce. L'area più colpita è il Sud, con 39. 538 aziende in sofferenza, seguita dal Nordovest, centro e Nordest.
Sebbene il Sud sia la zona più colpita dall'usura, i profitti di queste attività illecite sono spesso reinvestiti al Nord. Recenti indagini hanno dimostrato che il denaro derivante da attività criminali viene utilizzato per investimenti principalmente in regioni settentrionali come Lombardia ed Emilia Romagna. Gli imprenditori insolventi spesso non ricevono pagamenti dai clienti, obbligandoli a chiudere o a rivolgersi agli usurai. La CGIA chiede un incremento delle risorse del “Fondo di prevenzione dell'usura”, che potrebbe essere un valido aiuto per chi si trova in difficoltà economica. È importante notare che molte aziende finiscono in questa situazione non per cattiva gestione, ma per mancanza di pagamenti.
Per contrastare l'usura, esistono due fondi, il “Fondo di prevenzione dell'usura” e il “Fondo di solidarietà”. Il primo, attivo dal 1998, offre contributi a consorzi e cooperative per garantire prestiti alle attività economiche. Dall'introduzione del fondo fino al 2022, sono stati erogati 711 milioni di euro a favore di 2 miliardi di finanziamenti. Il “Fondo di solidarietà” offre prestiti senza interesse a chi denuncia usurai, consentendo il reinserimento nell'economia legale. Attualmente, Consap gestisce questi finanziamenti.
La crisi del credito, aggravata dalla crisi pandemica, ha portato a una significativa riduzione dei prestiti bancari, contribuendo a spingere molti piccoli imprenditori verso l'usura. Negli ultimi dieci anni si è registrata una perdita di 350 miliardi di prestiti, rendendo la situazione ancora più critica per le imprese in difficoltà.