
Intervenuto al webinar “Il nuovo welfare di comunità e l’alleanza tra pubblico, privato e no profit” organizzato oggi dal think tank Welfare Italia e promosso dal Gruppo Unipol in collaborazione con Ambrosetti, l’amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri, ha detto che la situazione straordinaria che stiamo vivendo non ha messo in evidenza nulla di nuovo, ma ha piuttosto confermato una serie di necessità che erano già in essere, e a cui forse non è stata data l’attenzione necessaria.
“La pandemia ha evidenziato il ruolo insostituibile del sistema pubblico in presenza di situazioni come questa”, ha detto Cimbri, aggiungendo che “non si può e non si deve ricorrere agli ospedali intasandoli per qualsiasi tipo di piccola necessità: molte delle situazioni di evoluzione dei contagi, soprattutto nella prima fase, hanno avuto luogo in pronto soccorso”. Cimbri ha inoltre sottolineato che “Il trend che lo Stato non possa far tutto è ineliminabile e incontrovertibile, perlomeno in Italia, perché le esigenze di bilancio torneranno drammaticamente di attualità tra qualche mese, quando sarà passata questa voglia collettiva di contrastare gli effetti della pandemia e di rilanciare con grandi sussidi l’economia globale. Noi italiani ci troveremo con fardello di debito pubblico molto più alto, servirà una disciplina di bilancio ancora più grande. Il privato dovrà sgravare il pubblico dalle prestazioni che possono essere svolte fuori dagli ospedali, in maniera altrettanto efficace e forse con maggiore velocità".
Le principali lezioni del Covid in ambito sanitario? “Il ruolo insostituibile del sistema pubblico in presenza di gravi patologie e in situazione ad alta intensità di cura. Inoltre si è persa la centralità del medico della mutua. Serve una rivalutazione, una rideterminazione del medico di comunità e più in generale del welfare di comunità”.