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Giulio Romani, Segretario generale di First Cisl, ha commentato in un intervento ufficiale le recenti discussioni – politiche e non solo - in merito allo stato di salute del sistema bancario italiano.
Secondo il segretario il paventato utilizzo delle obbligazioni subordinate per sostenere l'aumento del capitale sociale di Banca MPS sembrerebbe “La riedizione edulcorata del "pre bail in", applicato a novembre 2015 alle cosiddette 4 banche".
"Il rischio di capitale connesso a una trasformazione delle subordinate - continua poi Romani - sarebbe per gli investitori elevatissimo, soprattutto in assenza di soluzioni concrete ai problemi strutturali dell'azienda. Bene sarebbe escludere da questa soluzione tutti i clienti retail, ma occorre valutare con attenzione anche l'impatto che la conversione potrebbe avere sugli istituzionali, per scongiurare la possibilità di effetti sistemici”.
Il sindacato, nella persona del suo segretario, auspica inoltre che venga fatta chiarezza su come sarà assorbita la mole patologica di credito deteriorato che, anche a causa di operazioni speculative, determina da anni una progressiva distruzione del valore della banca. Situazione questa che va aggravandosi nonostante i numerosi e consistenti aumenti di capitale sociale già effettuati.
A detta di Romani il Governo dovrebbe ascoltare le riflessioni di molti analisti che indicano nel sostegno pubblico alla gestione e al recupero degli NPL (Non Performing Loans) l'unica via d'uscita per il risanamento di un sistema bancario che - unico in Europa - non ha beneficiato di alcuna forma di aiuto dall'esplosione della crisi finanziaria a oggi.
Il punto centrale dell’intervento di Romani è che la continua negazione dell’esistenza di un problema sistemico, e l’ostinazione nel proporre soluzioni diverse da banca a banca, sia fondamentalmente sbagliata. L’efficacia di queste misure ad personam è infatti minata dall'assenza di un progetto complessivo, mirato a curare l’intero sistema in affanno.
Insieme agli interventi congiunturali, volti a mettere in sicurezza i bilanci delle banche in difficoltà, si dovrebbe poi chiarire il disegno con cui il sistema bancario italiano si propone di attrarre investimenti. Solo con l’arrivo di nuovi capitali infatti è possibile recuperare quella redditività e solidità che al momento mancano agli istituti del nostro paese.
"L'occupazione, i lavoratori del sistema e la sussistenza economica dell'intero Paese - conclude Romani - non possono essere le vittime delle gestioni fallimentari di tanti gruppi manageriali e dell'improvvisazione con cui la politica sembra aver affrontato il tema.
In questi anni i bancari hanno fatto molti sacrifici per difendere il proprio posto di lavoro e sostenere le proprie aziende. Così facendo hanno sostenuto, senza alcuna solidarietà pubblica, gli interessi delle famiglie e delle imprese nazionali: crediamo sia giunto il momento in cui anche le istituzioni si facciano carico di quanto necessario per non vanificare questi sforzi".