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Coface: dinamica dei rischi 2014 favorevole alle economie avanzate

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Lunedì, 27 Gennaio, 2014 - 08:36
Autore: Gillespie

Secondo le previsioni dell’Ufficio Studi di Coface, nel 2014 il rischio Paese seguirà uno degli schemi più classici. Nei Paesi avanzati i rischi si stabilizzano, sostenuti da una crescita piuttosto vivace negli Stati Uniti (+2,4%), dai primi segnali di ripresa dell’area Euro (+0,9%) e dalla conferma della crescita in Giappone (+1,4%). Ritmi di crescita che accelerano (+4,7%) nei Paesi emergenti, ma a livelli inferiori alla media del periodo 2000-2011.

Entrando nel dettaglio delle diverse aree, la ripresa delle economie avanzate presenta forti disparità tra i vari Paesi. La situazione delle imprese negli Stati Uniti (valutazione A2 sotto osservazione positiva da ottobre 2013) sta sensibilmente migliorando. La Corporate America costituisce l’anello forte dell’economia e vanta numerosi punti di forza : elevato autofinanziamento, redditività record, basso indebitamento e investimenti vivaci. La maggiore chiarezza delle politiche fiscali e monetarie e la crescita della domanda delle famiglie rafforzano tale dinamica positiva.

Nel vecchio Continente Coface stima un miglioramento dei rischi in Germania e Austria (+1,7% in entrambi i Paesi nel 2014), la cui valutazione A2 è ora accompagnata da osservazione positiva. Molto esposta alle incognite del commercio mondiale, l’attività tedesca può contare oggi sulla spinta dei consumi delle famiglie. Questo rilancio dell’attività avvantaggia l’Austria, dove la disoccupazione è bassa e le insolvenze tendono a diminuire. Sarà un 2014 positivo per l’Irlanda che essendo riuscita ad attuare riforme e abbassare i costi, dovrebbe registrare una crescita sostenuta di +1,7%, con l’aumento delle esportazioni (grazie al dinamismo americano e britannico), del commercio al dettaglio e della fiducia di imprese e famiglie. Il mercato del lavoro, grande sfida dello scorso anno, inizia a migliorare, mentre l’immobiliare mostra i primi segnali di stabilizzazione. Tali conquiste portano Coface a promuovere l’Irlanda ad A3, allo stesso livello di Francia e Regno Unito. Toni più grigi per il resto dell’area euro. In Francia, non riuscendo a ridurre significativamente i costi, le imprese restano particolarmente vulnerabili alle fluttuazioni della domanda interna, ancora molto fiacca rispetto alla media storica (la crescita nel 2014 è stimata a +0,6%). A causa di tale vulnerabilità, le insolvenze d’impresa resteranno elevate, circa 62 000 casi nel 2014. Nel Sud Europa, la debolezza della domanda interna, la prevalenza nel tessuto imprenditoriale di piccolissime imprese fragili e la carenza di innovazione ostacolano il miglioramento del rischio credito. A ciò si aggiunge – come in Spagna – un elevato livello di indebitamento delle imprese.

Il rallentamento della crescita si diffonde nei Paesi emergenti: nel 2014, i BRICS perderanno 2,4 punti di crescita rispetto alla media 2000-2011 . Secondo Coface, non si tratta di una semplice inversione ciclica. Il rallentamento è legato a vincoli di offerta (la domanda delle famiglie è troppo vivace per la produzione locale che non riesce a tenere il passo). Gli investimenti incontrano ostacoli di natura strutturale: infrastrutture insufficienti, clima imprenditoriale problematico e carenza di manodopera qualificata. Inoltre, l’indebolimento dell’offerta locale favorisce le importazioni con conseguenti deficit di parte corrente a livelli elevati nel 2014. I tassi di cambio saranno quindi vulnerabili, tanto più che il 2014 sarà contrassegnato da importanti scadenze elettorali in Brasile, India, Turchia e Sudafrica.

Quattro Paesi dell’Africa subsahariana sono risparmiati da questo nuovo incremento del rischio. Nonostante la situazione di sicurezza precaria, Coface pone sotto osservazione positiva la valutazione D del Ruanda e della Nigeria e la valutazione C del Kenya. La Costa d’Avorio è riclassificata in C. La loro crescita nel 2014 dovrebbe mantenersi forte, sostenuta da una diversificazione settoriale che avvantaggia i consumi. “La riduzione dei rischi nei Paesi avanzati è confermata ed è illustrata dalla dinamica positiva di due grandi economie, gli Stati Uniti e la Germania. I due Paesi beneficiano della solidità finanziaria delle proprie imprese e di una ripresa basata ora su fondamenta stabili. Per gli altri grandi attori europei, la fine della recessione permette per il momento di stabilizzare i rischi. Ma la crescita attesa sarà lenta. Di fatto servirebbe una crescita di almeno +0,8% per l’Italia, +1,6% per la Francia e +2,5% per il Regno Unito affinché le insolvenze si riducano in modo significativo. In tutti e tre i casi la crescita attesa nel 2014 non raggiungerà tali ritmi. Nei Paesi emergenti i deficit delle partite correnti e l’indebolimento protratto della crescita gravano sulle imprese. Ma fortunatamente il mondo emergente è diverso : una nuova generazione di Paesi si contraddistingue per la sua resistenza agli shock esterni, tra cui spiccano varie economie dell’Africa subsahariana”, commenta Yves Zlotowski , Chief Economist in Coface.

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