In base a un’analisi dell Coldiretti sui dati dell’European Severe Weather Database (ESWD) in riferimento alla nuova perturbazione con l’allerta meteo in ben 14 regioni, ha calcolato dall’inizio dell’autunno a oggi ben 101 eventi estremi in Italia tra nubifragi, grandinate, tempeste di vento, bombe d’acqua e 12 tornado che hanno provocato feriti e danni.
L’ondata di maltempo di questi giorni ha provocato esondazioni, frane e smottamenti con campi, pascoli, stalle e macchinari agricoli finiti sott’acqua proprio mentre è in svolgimento la vendemmia e la raccolta delle olive. I tornado sono la manifestazione più evidente del moltiplicarsi degli eventi estremi in Italia dove con il cambiamento climatico si rileva una chiara tendenza alla tropicalizzazione e una più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.
Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi con costi stimati che hanno già superato i due miliardi quest’anno tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
Eventi estremi che si abbattono su un territorio reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con ben 7252 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che sono a rischio idrogeologico secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra.
Il risultato è che oltre 7 milioni gli italiani vivono oggi in zone dove esiste il pericolo di frane e alluvioni. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che negli ultimi 25 anni è sparito oltre un quarto della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si e' ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari.
Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici – conclude Coldiretti – servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia, ma soprattutto un impegno per frenare i cambiamenti climatici.