L’edizione numero 23 del Convegno Annuale Anra si è chiuso con numeri da record. Alla due giorni dell’Associazione Nazionale dei Risk Manager e dei Responsabili Assicurazioni Aziendali tenutosi presso l’Allianz MiCo si sono registrati circa 1.200 ingressi.
“Sono molto soddisfatto di questa edizione: già lo scorso anno avevamo registrato un record di presenza per gli eventi Anra, ma i risultati di quest’anno lo battono ulteriormente”, ha commentato il presidente Carlo Cosimi. “È per me motivo di orgoglio aver costruito speech interessantissimi con personaggi di caratura internazionale: tutti coloro che hanno partecipato possono infatti tornare a casa portando con sé un’esperienza positiva”.
Fil rouge dell’edizione di quest’anno, la sostenibilità nelle sue differenti declinazioni, con un’attenzione particolare alla crescente rilevanza dei criteri ESG nella definizione delle strategie di business.
Andrew MacFarlane, Head of Climate, Axa XL ha sottolineato come la sua compagnia stia adottando misure per garantire che la strategia climatica sia integrata in tutto il suo operare. “La transizione sarà guidata dalle innovazioni tecnologiche, dalle politiche governative e dal comportamento dei consumatori. L’assicurazione, in quanto fattore abilitante dell'attività economica, è sempre al centro di questi processi, uno strumento finanziario e operativo per supportare la transizione net-zero”.
Lucia Silva, Group Chief Sustainability Officer di Generali, ha ricordato che molti collegano il clima solo con l’ambiente, dimenticando l’impatto sociale delle condizioni climatiche: “Il riscaldamento del pianeta colpirà soprattutto le persone più vulnerabili, con meno risorse da impiegare per proteggersi. È necessario farsi guidare dalla scienza per trovare le soluzioni più efficaci, anche a tutela delle generazioni future”.
Ed è con il tema sociale, la componente S dei criteri ESG che si è chiusa questa 23esima edizione. Ultimo intervento in programma, infatti, Gender Diversity e Risk Management, la tavola rotonda di presentazione della nuova edizione del report omonimo Anra che fornisce una fotografia
La parità di genere, tuttavia, resta un obiettivo non ancora pienamente raggiunto. Sebbene, infatti, i risultati dell’indagine rilevino una equa distribuzione tra chi sostiene che il gender pay gap sia un tema attuale (40% circa) e chi invece lo ritiene superato (40% circa), infine, un’analisi approfondita mostra come i due opposti punti di vista emergano da generi diversi: l’80% dei rispondenti che ritiene il tema superato è uomo, contrariamente ai rispondenti che ritengono il tema persistente che sono per l’80% donna.
“Il gender gap è di fatto ancora un rischio e occorre non solo monitorarlo ma anche mitigarlo attraverso strategie e politiche attive all’interno delle aziende”, ha detto Carolina Benaglio, una delle autrici del report, socia Anra, ed Enterprise Risk Manager e Ceo di Myr Consulting. "Questo si lega anche ai temi ESG e a quella S ancora, a mio avviso, troppo sottovalutata”.
Il report, redatto da un gruppo di socie Anra, analizza le risposte di 119 risk manager interni ed esterni all’associazione e rappresenta la nuova edizione del lavoro pubblicato nel 2017 sullo stesso tema. A sei anni dal primo documento, rileviamo in linea generale un miglioramento della situazione in special modo all’interno dei team di risk management dove il tema della diversità viene percepito come un’opportunità di creazione di nuovi talenti e di valore aggiunto sia da un punto di vista di genere che di età, in quanto aumenta il numero di aziende che considera l’applicazione di nuovi programmi di sviluppo di talenti.