
Nel primo trimestre del 2025, il numero di aziende italiane coinvolte in procedure di liquidazione giudiziale è salito a 2.341, segnando un incremento dell’11,3% rispetto allo stesso periodo del 2024, quando erano state 2.104. Questo dato, ormai prossimo ai livelli pre-pandemia (2.867 casi nel primo trimestre del 2019), evidenzia un costante aumento delle liquidazioni su base annua.
Secondo l’Analisi sulle liquidazioni giudiziali realizzata da CRIBIS, società del Gruppo CRIF, questa ripresa riflette la graduale normalizzazione del ciclo economico, dopo il calo registrato tra il 2020 e il 2022 grazie alle misure straordinarie di sostegno economico. Dal primo trimestre 2022, il numero di liquidazioni è aumentato del 22,4%, quando si registrarono 1.912 casi.
Dal punto di vista territoriale, la Lombardia guida la classifica con 480 liquidazioni, pari al 20,5% del totale nazionale, seguita da Lazio (337), Emilia-Romagna (208), Veneto (192) e Campania (183). Le regioni meno colpite sono Valle d’Aosta, con appena 2 casi, Molise (4), Trentino-Alto Adige (10) e Basilicata (10). Questo divario territoriale sottolinea un’incidenza più limitata del fenomeno in alcune aree del paese.
Analizzando i settori colpiti, il Commercio si conferma il più esposto, rappresentando oltre il 32% del totale nazionale con 713 aziende coinvolte. Seguono i Servizi (555), l’Edilizia (493) e l’Industria (373). Questi dati mettono in luce le persistenti criticità nei comparti più sensibili alle oscillazioni dei consumi e all’aumento dei costi operativi.
Marco Preti, amministratore delegato di CRIBIS, ha spiegato che “l’aumento delle liquidazioni giudiziali nei primi tre mesi del 2025 riflette il perdurare delle tensioni economiche sulle imprese, legate a fattori sia strutturali che congiunturali, come l’accesso al credito, i costi energetici e l’instabilità geopolitica, che soprattutto negli ultimi mesi, dall’insediamento alla presidenza di Trump, ha alimentato l’incertezza per le aziende. Tutti questi fattori esogeni posizionano le imprese italiane in un contesto complesso, in cui la capacità di adattarsi a repentini cambiamenti diventa cruciale per rimanere resilienti”.