
I dati parlano chiaro: il 39% degli attacchi ransomware globali colpiscono l'Unione Europea, trasformando il cybercrime in una vera e propria minaccia alla sovranità digitale del continente. È quanto emerge dal report “Dati, denaro e difesa”, presentato lunedì scorso alla Camera da Twin4Cyber e Maticmind, che svela le logiche geopolitiche ed economiche dietro gli attacchi informatici.
“Non siamo di fronte a semplici crimini isolati, ma a una forma di guerra economica per procura”, avverte Pierguido Iezzi, Ceo di Twin4Cyber. “I ransomware sono armi scelte per colpire settori strategici e destabilizzare economie avanzate”.
Una tendenza confermata dai numeri: i Paesi con PIL pro capite più alto subiscono più attacchi, mentre Russia e Cina, nonostante l'alto tasso di dispositivi infetti, appaiono quasi immuni ai ransomware, probabilmente grazie a politiche di deterrenza.
Le PMI europee, vero motore dell'economia, sono particolarmente esposte. “Più un'economia è digitale, più è attraente per i cybercriminali”, aggiunge Lorenzo Forina, Ceo di Maticmind Group,sottolineando l'urgenza di un cambio di approccio: “La cybersecurity non è un costo, ma un investimento strategico per la sovranità economica”.
Tra i presenti alla presentazione, l'onorevole Fabio Porta e i senatori Stefania Pucciarelli e Bruno Marton hanno ribadito la necessità di un piano europeo condiviso. Il report lancia un appello: serve un'alleanza tra istituzioni, imprese e centri di ricerca per trasformare la difesa digitale in una priorità geopolitica. Perché nel cyberspazio, ormai, si gioca una partita decisiva per il futuro delle democrazie occidentali.