Intervenuto all’assemblea annuale dell’Ania, il presidente dell’Ivass, Daniele Franco, nel corso del suo intervento ha ricordato come la crisi epidemiologica continui a produrre i suoi effetti sulle abitudini e sui comportamenti dei cittadini e sull’andamento dell’economia, caratterizzata dalla recessione più profonda della storia dell’Italia moderna.
“A livello internazionale – ha osservato - la ripresa è in atto, sostenuta dall’azione dei governi e delle banche centrali, ma resta condizionata dall’incertezza circa l’evoluzione della pandemia, la cui incidenza si è recentemente intensificata, e dalle possibili ripercussioni sui comportamenti delle famiglie e sui bilanci delle imprese”.
La pandemia sta accelerando il cambiamento dei modelli di consumo, lavoro, investimento, produzione e commercio internazionale, interagendo con due fattori preesistenti: la digitalizzazione e l’emergenza del riscaldamento globale. “Anche il sistema assicurativo italiano subisce gli effetti della recessione, anch’esso dovrà adattarsi ai cambiamenti che interesseranno l’economia e la società. Nel suo ruolo di investitore istituzionale potrà contribuire al sostegno della ripresa e al conseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale”.
Come in tutte le fasi di cambiamento, emergono sfide, rischi e opportunità, che suggeriscono una riflessione sul futuro dell’industria.
Sulle prospettive future del settore il presidente dell’Ivass ha detto che “Alcuni studi di settore mettono in luce la possibilità di ingresso di soggetti diversi da quelli tradizionali nei settori della produzione e della distribuzione di prodotti assicurativi.
È, per esempio, ragionevole pensare che i margini di profitto tuttora presenti nei rami danni tradizionali e la possibilità di assicurare i rischi attraverso le nuove tecnologie siano tali da attrarre l’interesse sul mercato nazionale di altri attori. Tra questi, in prospettiva vi potrebbero essere operatori dotati di ingenti capitali che fondano il loro modello di attività su innovazione, capacità analitiche e quantitative, e che possono vantare una considerevole esperienza nella personalizzazione dei prezzi (seppur non di prodotti assicurativi), utile a stimare in modo più accurato il rischio individuale e redistribuire in modo più equo il fabbisogno.
Per altro verso, alcune evidenze indicano una sempre più marcata propensione al cambiamento da parte della domanda. Secondo stime basate su interviste (Capgemini-Efma, 2019), oltre la metà dei consumatori nel mondo (55 per cento) ha dichiarato di essere pronta a esplorare nuovi modelli assicurativi. Queste considerazioni - basate sull’osservazione delle dinamiche più recenti – rendono indifferibile una riflessione sui prodotti, sull’organizzazione, sui costi volta ad aiutare l’industria ad affrontare le sfide competitive.
Nell’attuale difficile quadro sanitario ed economico è importante che il sistema assicurativo sia vicino a individui, famiglie e imprese, con iniziative concrete di sostegno. “Il mondo assicurativo – ha concluso Franco – deve ambire ad avere un ruolo più importante nella ripresa. Deve essere solido e innovativo nell’offerta di prodotti. La funzione e la rilevanza che le compagnie di assicurazione sapranno ritagliarsi nella società dipenderanno dalla disponibilità ad assumere e diversificare i rischi che i singoli, imprese e individui, non sono in grado di gestire; da quelli ben noti già prima della pandemia ai bisogni di protezione che la pandemia stessa ha fatto emergere.
Si tratta di un mestiere complesso ma fondamentale nel processo di sviluppo di un’economia sana. La ripresa dell’economia italiana, dopo tanti anni di stagnazione, ha bisogno di un’industria assicurativa solida e dinamica”.