
Lo scorso 3 maggio l’Asl dell’Aquila è stata oggetto di un attacco ransomware sferrato da alcuni fuoriusciti dal collettivo filo russo Monti. Dopo aver rubato una serie di dati sensibili esfiltrati dai pc della Asl abruzzese, gli hacker hanno richiesto il pagamento di un riscatto di 2 milioni di euro in Bitcoin per la restituzione dei dati.
La Polizia Postale - attraverso il centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale e Cnaipic - sta supportando i tecnici della Asl dell'Aquila per il ripristino dei servizi nel più breve tempo possibile a tutela di tutti i cittadini. Notevoli i danni riscontrati, favoriti dall’adozione di un sistema operativo obsoleto e dall'assenza di contromisure all'altezza. Anche grazie a una serie di vulnerabilità non sanate gli hacker con una offensiva a strascico avrebbero criptato una ingente mole di informazioni riservate riguardanti i pazienti della Asl di Avezzano – Sulmona -L’Aquila, dai dati oncologici come quelli in riabilitazione, compreso Matteo Messina Denaro, detenuto oncologico, fino al bambino operato di appendicite. Alcuni dati rubati sono stati già pubblicati, ma intanto all’interno dell’ospedale dell’Aquila i terminali sono stati bloccati per giorni e non si sa quando si potrà tornare alla normalità.