Con un punteggio di 8,4 su 10, le assicurazioni italiane superano le compagnie degli altri Paesi in termini di attività volte a contenere o ridurre il loro impatto ambientale e si comportano bene anche nella gestione dell’energia e in termini di climate change.
Lo si rileva dall’Ey Sustainable Finance Index, il benchmark globale che considera oltre 1.100 società di servizi finanziari in tutto il mondo in relazione ai parametri Esg e alla qualità dell’informativa sulla sostenibilità.
Dallo studio emerge come le compagnie assicurative europee siano un passo avanti rispetto alle imprese del resto del mondo sulle attività Esg. Nel 2020, il mercato assicurativo europeo ha ottenuto un punteggio di 6,6 per l’attività Esg, contro una media globale di 5,8.
Riguardo alla comunicazione, le assicurazioni europee stanno divulgando una media del 64% dei parametri Esg, contro il 55% a livello globale.
Inoltre, il settore assicurativo europeo supera quello bancario e quello della gestione patrimoniale sia nelle attività ESG sia nella disclosure.
A livello italiano, le compagnie assicurative ottengono un punteggio di 6,7 sulle attività Esg (contro il 5,8 a livello globale) e comunicano il 71% dei parametri Esg (contro il 55%). Con un punteggio di 7,1 il settore assicurativo italiano è leader nel mondo anche riguardo alle tematiche sociali, in particolare sul fronte della protezione dei dati e degli informatori (whistle-blower).
Inoltre, ottiene buoni risultati sia in relazione al contributo allo sviluppo della comunità attraverso iniziative di responsabilità d’impresa, sia sul fronte dell’attenzione ai dipendenti e dello sviluppo delle competenze. Inferiore alla media globale, invece, la performance relativa all’quità della retribuzione. Sui temi sociali il comparto assicurativo italiano rende pubblici il 74% dei dati Esg, 20 punti percentuali sopra la media globale. Riguardo agli aspetti di governance, le compagnie assicurative dell’Italia ottengono un punteggio medio di 5,9 inferiore a quello globale (6,4). Pesano su questa performance il basso punteggio in tema di trasparenza sulle attività e sulla composizione del consiglio di amministrazione, soprattutto riguardo alla diversity: la percentuale media di membri esecutivi di sesso femminile nei cda è dell’8% contro il 17% a livello globale.