L’Italia punta a diventare il primo partner commerciale dei Balcani occidentali entro il 2020. L’obiettivo è stato presentato al Trieste Eastern Europe Investment Forum, organizzato dalla FeBAF, la Federazione di Banche Assicurazioni e Finanza - insieme al MIB Trieste School of Management.
L’area del sud est Europa è una meta significativa delle esportazioni e degli investimenti italiani: nel 2016 l’export ha raggiunto i sei miliardi di euro e l’Italia è oggi il secondo partner commerciale europeo dei Balcani occidentali, alle spalle della Germania. Con oltre 700 aziende, il nostro Paese è la prima economia per stock di investimenti esteri (9 miliardi), concentrati principalmente in Albania (4,8), Slovenia (1,3) e Serbia (1,1). Tra il 2010 e il 2016, il valore dell’interscambio è aumentato del 47,9% passando da 5,1 miliardi di euro a quasi 7,5 miliardi e i primi dati ufficiali sul 2017 mostrano un ulteriore
incremento. L’Italia punta quindi a raggiungere il primato tra i paesi europei. Un risultato alla portata secondo Febaf, a patto di lavorare al fianco delle istituzioni affinchè i Paesi dei Balcani occidentali entrino sempre più nell’orbita dell’Unione Europea. “Per la sua collocazione strategica, Trieste si candida ad essere il ponte verso l’allargamento. Giocano a suo favore la geografia, la cultura internazionale, la dotazione infrastrutturale e la qualità del tessuto urbano, imprenditoriale e finanziario”, ha detto Paolo Garonna, segretario generale della FeBAF, aprendo i lavori del forum. “Le prospettive per il nostro nord-est e quindi per l’Italia sono incoraggianti soprattutto nella prospettiva di una maggiore integrazione dei mercati dell'est Europa, che comprenda anche i mercati finanziari. Le nostre banche e assicurazioni continuano a guardare ad est con risultati eccellenti. Bisogna lavorare per realizzare nell’Europa orientale contesti regolamentari sempre più convergenti rispetto agli standard della UE”.