
Ania-F2i, il fondo infrastrutturale costituito appositamente dall’Ania e F2i SGR (Fondi Italiani per le Infrastrutture), ha ufficialmente acquisito le quote di maggioranza di Compagnia Ferroviaria Italiana (CFI), principale operatore indipendente in Italia nei servizi di trasporto merci ferroviari, con ricavi pari a 64 milioni di euro.
Fondata nel 2007, CFI opera circa 170 treni a settimana, in tutta Italia, ed ha tra i propri clienti alcune delle maggiori aziende italiane, impiegando circa 230 dipendenti. È la prima operazione del nuovo fondo Ania F2i, il quarto gestito da F2i Sgr, e prevede l’acquisto del 92,5% del capitale di CFI, con il restante 7,5% detenuto da Giacomo Di Patrizi, socio fondatore e amministratore delegato della società ferroviaria, il quale resta in carica.
CFI negli anni si è specializzata nei servizi per l’industria siderurgica, automotive e agroalimentare, progettando e realizzando trasporti a treno completo (formazione, verifica, condotta e scorta di treni con proprio personale e mezzi di trazione). F2i amplia il proprio portafoglio, dopo aver creato ad agosto scorso una holding portuale affidata ad Umberto Masucci. Ora il fondo gestisce ferrovie, porti, aeroporti, autostrade, reti di distribuzione energetica, energie rinnovabili, reti e servizi di telecomunicazione, infrastrutture socio-sanitarie, per un totale di 19 società, un fatturato aggregato di 4,3 miliardi di euro e 19 mila dipendenti.
Il mercato del trasporto merci ferroviario è dominato in Italia da Mercitalia, la divisione di Ferrovie dello Stato che, dopo la liberalizzazione del 2008, ha visto la sua quota scendere dal 100 al 52%. Alle spalle di Mercitalia si trova Captrain, controllata delle ferrovie francesi SNCF, seguita da CFI. Il cargo ferroviario è un settore in crescita, considerando anche il disincentivo sempre più crescente a utilizzare mezzi di trasporto che inquinano. L’UE ha infatti puntato negli anni sempre di più all'utilizzo del treno come mezzo di trasporto per le merci, fissando al 30 per cento il traffico su vettori diversi dalla gomma da raggiungere entro il 2030 e al 50 per cento entro il 2050. Inoltre, a causa delle restrizioni sul movimento di persone rese necessarie per la pandemia Covid, sono sempre di più le aziende che si stanno rivolgendo al trasporto su rotaia al posto di quello via strada.
“L’emergenza Covid - spiega la presidente di Ania, Maria Bianca Farina - ha mostrato quanto sia importante per l’Italia avere operatori indipendenti ed efficienti per il trasporto merci via ferrovia: nelle ultime settimane molti dei beni indispensabili sono arrivati alle famiglie grazie ai treni merci mentre le misure restrittive sul movimento di persone hanno ostacolato il trasporto su gomma. Crediamo che le infrastrutture contribuiranno alla ricrescita della nostra economia e confermiamo l'impegno del settore assicurativo a supportare il sistema Paese anche in questo difficile momento”.