Con una breve nota diramata venerdì sera Generali ha informato che il consigliere di amministrazione non indipendente Francesco Gaetano Caltagirone si è dimesso dal board con effetto immediato. Le motivazioni non sono state rese note.
Caltagirone detiene, direttamente o attraverso società a lui riconducibili, una quota del capitale sociale di Assicurazioni Generali pari al 9,95%.
Della questione se ne occuperà il comitato nomine convocato per oggi e che dovrà iniziare a ragionare soluzione migliore per sostituire Caltagirone cercando di superare l’impasse nato dal board del 12 maggio, quando Caltagirone, Marina Brogi e Flavio Cattaneo avevano deciso di non fare parte dei cinque organismi endoconsiliari, per contestare l’abolizione del comitato per le operazioni strategiche.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera la riunione potrebbe essere interlocutoria.
Lo statuto prevede che il board nomini il primo dei non eletti della lista di minoranza. Si tratterebbe di Roberta Neri. Ma il tema è da tema va approfondito in quanto sarebbe in questo caso una donna a sostituire l’imprenditore romano, mentre le regole indicano lo stesso genere di chi ha lasciato. Norma studiata a tutela delle quote rosa, ma che in questo caso rischia di ingarbugliare ancora di più la situazione, perché a questo punto scorrendo la lista il posto spetterebbe a Claudio Costamagna, che non sarebbe disponibile e Luciano Cirinà, il candidato amministratore delegato se avesse vinto la lista Caltagirone. Ma anche ex top manager della compagnia per oltre 33 anni e attualmente in causa con il Leone triestino.
Secondo alcuni, Caltagirone punterebbe proprio su Cirinnà anche perché l’unico della sua lista con competenze specifiche del comparto assicurativo. Una scelta divisiva, che rischia di diventare pane per gli studi legali, nel caso si arrivasse a questa soluzione.