![](https://asefibrokers.com/sites/default/files/styles/notizie-medium/public/notizie/generali_224.jpg?itok=0XKBcf5D)
Continua senza soste la lotta di potere in casa Generali tra Francesco Gaetano Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e Fondazione Cassa di risparmio di Torino (Crt), uniti nel “patto di consultazione” che raccoglie circa il 16%, e il cda della compagnia, con al fianco il primo azionista Mediobanca (17,2% circa).
Dopo le rumorose dimissioni della settimana scorsa del vicepresidente Francesco Gaetano Caltagirone, nella mattinata di ieri il gruppo assicurativo triestino ha diffuso un comunicato stampa per informare delle dimissioni di Romolo Bardin, consigliere indipendente e membro dei Comitati per le Nomine e la Remunerazione; per gli Investimenti; per le Operazioni strategiche; per le Operazioni con Parti Correlate. Bardin ha motivato le proprie dimissioni “riferendosi alle modalità operative e ad alcune scelte del Consiglio e dei Comitati a cui partecipa, con particolare riguardo anche al processo di formazione della lista del cda”, si legge nel comunicato di Generali.
Romolo Bardin è amministratore delegato di Delfin, la società di Leonardo Del Vecchio che è parte del Patto Parasociale stipulato con alcune società del Gruppo Caltagirone e Fondazione CRT, e che detiene una quota del capitale sociale di Generali pari al 6,618%.
Il presidente di Assicurazioni Generali, Gabriele Galateri di Genola, ha dichiarato: “Esprimo rammarico per la decisione assunta dal dott. Bardin. Voglio ribadire, anche in questa occasione, che la società ha sempre condotto la sua attività secondo criteri di assoluta trasparenza e rigorosa correttezza, nell’interesse di tutti gli stakeholder. Principi, questi, a cui confermo ci si è sempre attenuti nei rapporti con tutti i consiglieri, senza eccezione alcuna e in ogni occasione”.
Giovanni Perissinotto, ex amministratore delegato del colosso assicurativo triestino, ha dichiarato al “Mattino di Padova”: “Quella in corso in casa Generali è una lotta di potere, nella quale non sono chiare fino in fondo le ragioni”, rendendo l’idea dell’aria che si respira in questi giorni. “«Si fatica a vedere le ragioni “industriali” delle critiche. Sembra per lo più uno scontro di potere, in parte conseguenza di frizioni a livello personale, nel quale vengono esposti problemi in maniera confusa e senza indicare in maniera chiave le possibili soluzioni”.