
Il comitato per gli investimenti di Generali ha dato il via libera all'accordo con Natixis Investment Managers, segnando un passo importante verso la creazione di uno dei più grandi gestori patrimoniali d'Europa.
L'operazione prevede la nascita di un colosso con asset gestiti per circa 2.000 miliardi di euro, grazie alla fusione dei 1.200 miliardi di Natixis e dei 650 miliardi di Generali Investments Holding.
La partnership tra Generali e Natixis, controllata dalla banca francese BPCE, punta a sfruttare economie di scala e a sostenere gli investimenti tecnologici in un settore sotto pressione. Tuttavia, l'operazione solleva dubbi tra alcuni dei principali azionisti di Generali, tra cui Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin (di Leonardo Del Vecchio), preoccupati per la possibile perdita di controllo su importanti masse di risparmio italiane, che potrebbero essere dirottate fuori dal Paese.
Questi timori si intrecciano con le riserve sul reale equilibrio della governance paritetica prevista dall'accordo, e sull'assenza di patti parasociali che offrano garanzie solide alle parti. Caltagirone, membro del comitato investimenti, ha votato contro l'operazione, esprimendo la sua contrarietà insieme a Delfin, che detiene un altro seggio tra i 13 del consiglio di amministrazione.
L'accordo sarà valutato dal governo italiano secondo la legislazione sul "golden power", che consente a Palazzo Chigi di intervenire su operazioni che coinvolgono asset strategici nazionali. L'Italia, impegnata a rifinanziare uno dei debiti pubblici più alti al mondo, mira a mantenere il controllo sui centri decisionali che gestiscono il risparmio nazionale. La premier Giorgia Meloni ha recentemente ribadito l'importanza di garantire che i risparmi degli italiani siano investiti nel Paese.
La nuova entità, che sarà guidata per cinque anni da Woody Bradford, ex Ceo di Conning, vedrà Generali e BPCE condividere il controllo in modo paritetico, con ciascuna parte che continuerà a definire le strategie di investimento sui premi e i risparmi conferiti. Tuttavia, restano da sciogliere nodi critici, come la definizione delle politiche di uscita e la gestione della governance a lungo termine.
La joint venture Generali-Natixis rappresenta un'opportunità strategica per rafforzare la posizione competitiva del Leone di Trieste nel panorama globale del risparmio gestito. Tuttavia, il successo dell'operazione dipenderà dalla capacità del management di superare le resistenze degli azionisti e di rassicurare il governo sulla tutela degli interessi nazionali. Il prossimo consiglio di amministrazione potrebbe essere decisivo per il futuro di questa ambiziosa iniziativa.