Gli attuari scrivono al Presidente del Governo Mario Monti e al Ministro del Lavoro Elsa Fornero per spiegare che la sostenibilità a 50 anni delle casse di previdenza private dei 2,1 milioni di professionisti italiani non può basarsi solo sull’equilibrio fra entrate (contributi) e uscite (pensioni), come stabilisce la manovra di fine 2011 del Governo (articolo 24, comma 24 del decreto legge 201).
Deve tenere conto anche di elementi come il patrimonio, talvolta ingente, i proventi che genera e le spese di amministrazione, come prevedono le “Linee Guida per le valutazioni attuariali relative ai fondi di previdenza complementare” emanate dall’Ordine degli Attuari nel 2009.
Gli stessi principi, peraltro, sono applicati a livello internazionale. La lettera è firmata da Giampaolo Crenca, Presidente Consiglio Nazionale Attuari e da Carla Angela Mormino, Presidente Ordine Nazionale Attuari. La professione attuariale ritiene che l’equilibrio delle casse previdenziali voluto dal legislatore debba basarsi sulla corretta predisposizione del bilancio tecnico i cui elementi costituenti sono indicati con chiarezza nelle linee guida.
Non ci si può limitare alle entrate contributive e alla spesa per le prestazioni pensionistiche (come indicato nel richiamato art. 24). Bisogna anche tenere conto di altri elementi come il patrimonio, i relativi proventi e le spese di amministrazione. Tutti questi elementi devono quindi essere pertanto tenuti in debita considerazione nella elaborazione e rappresentazione del bilancio tecnico, al fine di valutare la stabilità prospettica della gestione.
L’andamento del saldo annuo previdenziale di ciascuna cassa, per quanto rappresenti un indicatore importante sulla situazione della gestione, non risponde al quesito fondamentale dell’equilibrio tecnico attuariale economico. La posizione assunta dalla professione attuariale rappresenta una indicazione di carattere tecnico-economico, nella convinzione che solo una corretta valutazione, indipendente e attenta agli interessi generali, possa fornire al Governo le indicazioni necessarie per le relative decisioni. Nella stessa lettera è stato chiesto di valutare l’opportunità che nel gruppo di esperti sulla previdenza (all’art 24, comma 28, D.L. n. 201/2011), ci sia anche una rappresentanza dell’Ordine degli Attuari al fine di fornire, in un’ottica costruttiva, un utile e fattivo contributo di esperienza e professionalità al Paese in tema di previdenza.