L’acquisto di criptovalute è più diffuso in Spagna rispetto a Italia e Francia ma i francesi destinano cifre maggiori, fino a 100mila euro, agli investimenti in valute virtuali. È uno degli elementi che emerge dall’indagine effettuata dall’OAM su un campione di cittadini di Spagna e Francia i cui risultati sono stati messi a confronto con quelli emersi dall’analisi relativa agli italiani pubblicata a fine 2022.
La scelta è caduta su Spagna e Francia non solo perché il numero di residenti in queste due nazioni è comparabile con il numero dei residenti in Italia ma anche perché i due paesi si collocano agli estremi opposti quanto a utilizzo delle criptovalute: il livello più alto, rispetto alle altre nazioni europee, la Spagna, il più basso la Francia.
L’indagine, avviata a dicembre 2022 e conclusa a gennaio 2023, ha coinvolto un campione di 1.450 soggetti, 850 francesi e 600 spagnoli. L’analisi è stata poi circoscritta ai soggetti che hanno sentito parlare di criptovalute: il 91% del campione italiano, l’80% del campione Francia, il 93% del campione Spagna.
Per quanto riguarda gli investimenti passati in criptovalute in Spagna circa il 40% del campione spagnolo che ha sentito parlare di valute virtuali ha dichiarato di aver acquistato monete digitali in passato. Il campione spagnolo è seguito da quello italiano e francese, per i quali sono stati riscontrate percentuali di investimenti passati rispettivamente pari al 30% e 27%.
Diverse anche le motivazioni che hanno portato all’acquisto di criptovalute: la diversificazione del portafoglio di investimenti per italiani e francesi, gli alti rendimenti che ne possono derivare per gli spagnoli. In particolare, il 69% di questi ultimi dichiara di avere investito in criptovalute al massimo 10.000 euro mentre per il campione francese il 15% ha investito tra i 25.000 e i 40.000 euro, il 4% oltre 100.000 euro. Per la maggior parte del campione italiano (59%) l’ammontare investito in criptovalute è compreso tra 0 e 10.000 euro.
La criptovaluta più acquistata è il Bitcoin: il 64% del campione francese e spagnolo dichiara di averlo nel proprio portafoglio, il 59% il campione italiano. Il 36% degli spagnoli intervistati diversifica maggiormente le tipologie di criptovalute acquistate, a differenza dei campioni italiano e francese che preferiscono, dopo il bitcoin, l’acquisto della moneta Ethereum (rispettivamente 23% e 22%).
Il campione francese è quello che più degli altri acquista criptovalute in maniera autonoma (45% a fronte del 42% del campione italiano). All’opposto lo spagnolo che per il 63% si avvale di un exchange. Per tutti i campioni analizzati, le criptovalute, una volta acquistate, vengono custodite negli exchange per circa la metà dei rispondenti.
Dall’indagine emerge una alfabetizzazione finanziaria leggermente maggiore degli abitanti del nostro Paese pari a 4, a fronte del 3,9 per la Spagna e 3,8 per la Francia.
Quanto ai soggetti che non hanno investito, italiani e spagnoli sono stati scoraggiati dalla mancanza di conoscenze necessarie per l’acquisto (rispettivamente 44% e 41%) mentre per il campione francese è la troppa rischiosità dell’asset a scoraggiare l’investimento (42%).
La misurazione del livello di conoscenza delle criptovalute premia il campione spagnolo dove il 45% presenta un grado di conoscenza medio-alto. Di contro, il più basso livello di conoscenza si registra per il campione francese (38%) mentre gli italiani, con il 42%, si collocano tra i due estremi.
Quanto ai rischi connessi agli investimenti in valute virtuali, il campione spagnolo sembra essere quello più consapevole di un possibile crollo del valore che una criptovaluta potrebbe registrare nell’arco di 24 ore: 72% dei rispondenti, seguito dal campione francese con il 70 per cento. All’opposto si colloca il campione italiano il cui 31% non ha idea del loro grado di volatilità.