
Hurricane Melissa, il primo uragano di categoria 5 a toccare terra nella storia della Giamaica e tra i più potenti mai registrati nell’Atlantico, ha provocato perdite economiche stimate tra i 48 e i 52 miliardi di dollari, secondo le stime preliminari di AccuWeather.
Con venti massimi di 298 km/h e una pressione centrale di 892 mb, Melissa ha superato la rara soglia sotto i 900 mb, l’ultima volta osservata con Milton (897 mb) lo scorso anno. La Giamaica è stata colpita in modo particolarmente grave, ma venti forti e piogge intense hanno interessato anche Haiti, la Repubblica Dominicana e Cuba, causando danni estesi a proprietà e infrastrutture.
Le operazioni di ricerca e soccorso – riferisce Reinsurance News - si prospettano complesse e potrebbero richiedere giorni o settimane per raggiungere le aree più remote e colpite, anche se condizioni meteorologiche più calme sono previste nel fine settimana nel Caraibi occidentale.
“La devastazione è straziante. Ore di venti estremi e potenti mareggiate, unite a giorni di piogge torrenziali, hanno distrutto migliaia di case e attività commerciali. Le vite di molte persone sono state stravolte da questa tempesta,” ha dichiarato il Chief meteorologist di AccuWeather, Jonathan Porter. Il meteorologo ha aggiunto: “Molti agricoltori e pescatori delle isole stavano ancora cercando di riprendersi dai danni causati dall’uragano Beryl lo scorso anno, quando è arrivata Melissa. Molte imprese potrebbero rimanere chiuse per settimane, mesi o addirittura anni. Alcune potrebbero non riuscire mai a riprendersi”.
Melissa non è solo la tempesta più costosa registrata finora quest’anno nell’Atlantico, ma avrà anche un impatto duraturo su centinaia di migliaia di persone, sul turismo, sull’agricoltura, sulla pesca, sulla silvicoltura e su altri settori economici in Giamaica e in tutto il Caraibi occidentale. Gli analisti di AccuWeather hanno incluso queste interruzioni a lungo termine nelle loro stime preliminari. Porter ha sottolineato: “Il turismo è la spina dorsale dell’economia giamaicana ed è una fonte vitale di occupazione. Il settore turistico potrebbe impiegare anni per riprendersi completamente da questa tempesta. I costi combinati delle evacuazioni, della ricostruzione delle infrastrutture critiche, delle chiusure prolungate delle imprese, delle interruzioni dei viaggi, della perdita di posti di lavoro e delle spese mediche a lungo termine saranno significativi e continueranno ad accumularsi per anni in molti luoghi; nelle comunità più colpite potrebbero volerci un decennio o più”.
Infine, il meteorologo ha evidenziato: “Poiché le acque oceaniche rimangono spesso calde, aumentando il rischio di uragani maggiori, la resilienza deve essere al centro di come e dove le comunità si ricostruiscono. Per molte famiglie in luoghi come Haiti, la Repubblica Dominicana e le zone rurali della Giamaica, il costo per ricostruire in maniera più solida può rimanere una sfida significativa”.