
Secondo Bryan Low, direttore di Acuity Consultants, i cambiamenti demografici a cui stiamo assistendo negli ultimi decenni si trasformeranno presto in una vera e propria rivoluzione di longevità, che avrà forti ripercussioni sul settore finanziario ed assicurativo.
Un recente studio condotto da The Economist Intelligence Unit e Swiss Life rivela che oggi circa il 20% della popolazione svizzera, francese, tedesca ed austriaca ha superato i 65 anni, e che nel 2030 questo dato aumenterà fino a raggiungere il 25%. Le previsioni sono simili in molti paesi europei, attestando quindi un trend che accomuna tutto il continente. Secondo questa ricerca tuttavia l’Europa è ancora impreparata ad affrontare l’invecchiamento della popolazione, poiché è altamente improbabile che le persone intendano (o siano in grado di) continuare a lavorare più a lungo di quanto facessero in passato.
Trattandosi di una problematica destinata ad assumere sempre maggiore rilievo, le conseguenze dell’aumento dell’aspettativa di vita dovrebbero essere al centro delle trattative tra clienti e consulenti già molti anni prima dell’età del pensionamento, quindi già da oggi.
La preoccupazione più forte per gli individui intervistati sembra essere quella di condurre una vita indipendente ed autonoma anche da anziani, sia in termini di salute fisica e mentale, che di adeguate disponibilità economiche. Fornire consulenza finanziaria diventa quindi più complesso, dal momento che oltre all’aumento degli anni di vita si aggiungono altri fattori discriminanti: l’incertezza del rendimento dei portafogli di investimenti, gli effetti dell’inflazione, l’incognita del prelievo fiscale futuro e la qualità dei servizi assistenziali forniti dallo stato. La longevità è infatti percepita negativamente dal momento che si ritiene che il sistema previdenziale e sanitario gestiti dallo stato non siano in grado di far fronte (o di farlo adeguatamente) all’invecchiamento diffuso della popolazione. Il difficile compito dei consulenti è quindi quello di destreggiarsi in questo insieme di complessità e fornire ai clienti soluzioni che permettano di mantenere un tenore di vita simile a quello in età lavorativa, senza erodere completamente il patrimonio accumulato (negando così la possibilità di lasciti ai familiari dopo la morte).
Tutti questi elementi sono da tenere in considerazione nella costruzione di un rapporto consulente-cliente solido e destinato a durare nel tempo. Gli operatori che hanno la lungimiranza di affrontare con anticipo queste problematiche e che sono poi in grado di fornire soluzioni di lungo termine sanno portare un grande valore aggiunto alla consulenza. Come disse Warren Buffet: “servono 20 anni per costruire una buona reputazione, ne bastano 5 per rovinarla”.