
Il progressivo ingresso dei robot nelle banche, unito a una maggiore efficienza tecnologica, manderanno in fumo circa 200.000 posti di lavoro nell’arco dei prossimi dieci anni nelle filiali americane. Si tratta, secondo uno studio realizzato da Wells Fargo, della peggiore emorragia sperimentata dal settore.
In termini percentuali, si parla di una riduzione del 10% dei posti di lavoro nelle banche americane. A pagare il prezzo più salato saranno i lavoratori dei call center, chi si occupa del back office e i dipendenti delle filiali. I posti di lavoro legati al marketing e alla consulenza saranno risparmiati almeno per il momento, anche se i progressi dell’intelligenza artificiale potrebbero metterli a rischio in un futuro non troppo lontano.
Per le banche e i loro clienti si tratta di cambiamento radicale che arriva al termine di “25 anni di burrascoso matrimonio” fra gli istituti di credito e la tecnologia.
Secondo l’analista di Wells Fargo Mike Mayo l’utilizzo massiccio delle tecnologie aumenteranno in maniera considerevole l’efficienza delle banche.
“L’industria bancaria cresce più lentamente che in passato. La metà dei costi delle banche sono per i compensi e non ci sono molte altre leve da usare. Non hanno scelta”, ha osservato Mayo riferendosi alla possibilità che le banche non siano pronte a ridurre la propria forza lavoro.
I tagli invertiranno il trend di continua creazione di posti di lavoro nell’industria bancaria americana. I dati della Federal Deposit Insurance Corp, l’agenzia federale di assicurazione sui depositi, indicano che il numero complessivo di posti nel settore si è contratto solo 16 volte dal 1935 e mai più di 55.000 posti persi all’anno.