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Il Global Risks Report 2023 esorta i Paesi a collaborare per evitare le “rivalità per le risorse”

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Giovedì, 12 Gennaio, 2023 - 08:42
Autore: Gillespie

Negli ultimi 17 anni il Global Risks Report del World Economic Forum ha messo in guardia da rischi globali profondamente interconnessi.

Secondo il Global Risks Report 2023 del World Economic Forum, i conflitti e le tensioni a livello geoeconomico hanno innescato una serie di rischi globali profondamente interconnessi. Tra questi rientrano le crisi di approvvigionamento dell'energia e dei generi alimentari, che probabilmente continueranno nei prossimi due anni, e il forte aumento del costo della vita e del debito pubblico. 

Al contempo, queste crisi rischiano di compromettere gli sforzi volti ad affrontare i rischi a lungo termine, in particolare quelli legati al cambiamento climatico, alla biodiversità e agli investimenti nel capitale umano.

Questi sono i risultati del Global Risks Report 2023, secondo cui la finestra per agire contro le minacce più gravi a lungo termine si sta rapidamente chiudendo ed è necessario un intervento concertato e collettivo prima che i rischi raggiungano il punto di non ritorno.

Il report, realizzato in collaborazione con Marsh McLennan e Zurich Insurance Group, si basa sulle opinioni di oltre 1.200 esperti di rischi globali, policy maker e leader del settore. Attraverso tre archi temporali, viene tracciato un quadro del panorama dei rischi globali, che risulta nuovo e allo stesso tempo stranamente familiare, in quanto il mondo si trova a dover affrontare molti rischi preesistenti che in precedenza sembravano essere in fase di regressione.

Al momento, la pandemia globale e la guerra in Europa hanno riportato in primo piano le questioni della crisi energetica, dell'inflazione, della crisi alimentare e della sicurezza. Questo crea rischi conseguenti che domineranno i prossimi due anni: il rischio di recessione, la crescita dell’indebitamento, l'aumento persistente del costo della vita, la polarizzazione delle società a causa della disinformazione, la sospensione del rapido intervento sul clima e la guerra geoeconomica a somma zero.

Se il mondo non inizierà a collaborare in modo più efficace per la mitigazione del cambiamento climatico e l'adattamento allo stesso, nei prossimi 10 anni il riscaldamento globale continuerà ad aumentare e si arriverà a un collasso ecologico. L'incapacità di mitigare il cambiamento climatico e di adattarsi ad esso, le catastrofi naturali, la perdita di biodiversità e il degrado ambientale rappresentano cinque dei dieci rischi principali, con la perdita di biodiversità considerata uno dei rischi globali maggiormente in rapido deterioramento nel prossimo decennio. Parallelamente, la leadership guidata dalle crisi e le rivalità geopolitiche rischiano di creare un disagio sociale senza precedenti, complice l’ulteriore erosione della coesione sociale dovuta alla riduzione degli investimenti in sanità, istruzione e sviluppo economico. Infine, le tensioni crescenti rischiano non solo di aumentare la corsa geoeconomica agli armamenti, ma anche di alimentare il processo di rimilitarizzazione, soprattutto sfruttando le nuove tecnologie e gli attacchi informatici.

I prossimi anni saranno caratterizzati da difficili compromessi per i governi, che si trovano ad affrontare preoccupazioni concorrenti per la società, l'ambiente e la sicurezza. I rischi geoeconomici a breve termine stanno già mettendo a dura prova gli sforzi per raggiungere l'obiettivo di zero emissioni e hanno evidenziato un divario tra ciò che è scientificamente necessario e ciò che è politicamente accettabile. 

Per limitare le conseguenze del riscaldamento del pianeta è necessario accelerare drasticamente l'intervento collettivo sulla crisi climatica. 

Nel frattempo, le considerazioni sulla sicurezza e l'aumento delle spese militari potrebbero lasciare meno margine fiscale per attutire gli impatti di una prolungata crisi del costo della vita. Senza un cambio di traiettoria, i Paesi vulnerabili potrebbero raggiungere uno stato di crisi perpetuo in cui sono incapaci di investire nella crescita futura, nello sviluppo umano e nelle tecnologie verdi.

Il report chiede ai leader di agire insieme e con decisione, bilanciando le prospettive a breve e lungo termine. Oltre a un intervento urgente e coordinato per il clima, il report raccomanda un impegno congiunto tra i Paesi e una cooperazione tra pubblico e privato per rafforzare la stabilità finanziaria, la governance della tecnologia, lo sviluppo economico e gli investimenti in ricerca, scienza, istruzione e sanità.

Tag: 
World Economic Forum
Global Risks

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