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Incendi nella penisola iberica: il cambiamento climatico moltiplica il rischio

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Lunedì, 8 Settembre, 2025 - 09:25
Autore: Gillespie

I roghi che hanno devastato la penisola iberica nell’agosto 2025 non sono stati solo un disastro ambientale, ma un campanello d’allarme per l’intero settore assicurativo europeo. 

Secondo un’analisi preliminare del gruppo World Weather Attribution e rilanciata da Insurance Business, le condizioni meteorologiche che hanno favorito l’espansione degli incendi sono oggi circa 40 volte più probabili rispetto all’epoca preindustriale, e la loro intensità è aumentata di circa un terzo. “Il rischio non è più episodico, ma una voce ricorrente nei bilanci”, si legge nel report, che invita assicuratori e riassicuratori a rivedere strategie di pricing, controllo dell’accumulazione e pianificazione del capitale. 

In due settimane, le fiamme hanno attraversato il nord del Portogallo e la Spagna nord-occidentale, costringendo a evacuazioni di massa e bruciando circa 640.000 ettari, quasi l’1% della superficie della penisola. La sola Spagna ha visto andare in fumo 380.000 ettari da gennaio, rendendo il 2025 uno degli anni peggiori mai registrati. Il Portogallo, proporzionalmente il paese europeo più colpito dagli incendi, ha vissuto una stagione estrema. Il bilancio umano è stato contenuto grazie alle evacuazioni, ma le perdite ecologiche sono gravi: parchi nazionali, habitat di specie protette come il gallo cedrone, la cicogna nera e l’orso bruno sono stati danneggiati, e persino tratti del Cammino di Santiago sono stati colpiti, segno dell’impatto culturale ed economico dell’evento. Per il mercato assicurativo, l’episodio evidenzia tre sfide cruciali. 

La prima riguarda l’esposizione, che non è statica: lo spopolamento rurale e l’invecchiamento della popolazione hanno lasciato vaste aree non gestite, piene di vegetazione combustibile. “La manutenzione tradizionale è diminuita, aumentando la continuità del materiale infiammabile”, si legge nel report, che invita a considerare l’uso del suolo oltre alla meteorologia. La seconda sfida è la simultaneità del rischio: nello stesso periodo, altri paesi europei hanno affrontato incendi significativi, mettendo sotto pressione i meccanismi di protezione civile dell’UE e le coperture riassicurative basate su eventi singoli o limiti geografici. La terza riguarda la volatilità delle perdite e l’adeguatezza dei modelli: i moduli europei sugli incendi, finora marginali nei pacchetti di sottoscrizione, devono ora affrontare stagioni più lunghe, incendi alimentati dal vento e topografie diverse da quelle californiane su cui si basano molti modelli. 

“È il rischio più grande che la società deve affrontare”, ha dichiarato Petra Hielkema, presidente dell’EIOPA, al Financial Times. “Se le persone non possono assicurare le loro case, non possono costruirle”. Le risposte immediate potrebbero includere limiti più severi all’interfaccia urbano-forestale, franchigie riviste per strutture esterne e maggiore attenzione ai rischi commerciali come utility e trasmissione elettrica. Per le polizze personali, il pricing dovrà considerare la micro-localizzazione e le caratteristiche costruttive. I riassicuratori chiederanno invece maggiore trasparenza sui portafogli: dalla granularità dei proxy di carico combustibile ai piani per gestire picchi di sinistri in regioni con capacità limitata. 

Anche gli investitori in cat bond e strumenti ILS potrebbero guardare con interesse al rischio incendi europeo, finora concentrato sul Nord America. La stagione iberica potrebbe accelerare l’inclusione di questi pericoli nei mercati dei capitali, con strutture aggregate o parametriche basate su indici meteorologici. C’è spazio per un cauto ottimismo: la Spagna ha ridotto le aree bruciate negli ultimi decenni grazie alla prevenzione e a pene più severe per gli incendi dolosi, mentre il Portogallo ha investito nella gestione del combustibile e in programmi comunitari. Ma il 2025 dimostra quanto rapidamente i progressi possano essere vanificati da fattori concomitanti come calore, siccità, vento e continuità del combustibile. 

Gli assicuratori possono accelerare l’adattamento premiando i comportamenti virtuosi: crediti o sconti per spazi difendibili, sostituzione di tetti e terrazze combustibili, partecipazione a programmi comunitari di prevenzione. Infine, la gestione dei portafogli deve riconoscere che gli incendi non sono più solo una questione californiana, ma europea. I consigli di amministrazione dovrebbero includere scenari di stress iberici nei modelli di capitale, verificare se le protezioni siano adeguate per stagioni di incendi simultanei e aggiornare i piani di continuità operativa per i team sinistri, chiamati a lavorare durante ondate di calore con problemi di affidabilità energetica e sicurezza del personale.

Tag: 
Incendi
Spagna

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