
L’Association of British Insurers (ABI) ha da poco diffuso i dati sull’andamento del mercato assicurativo britannico relativi allo scorso anno, e tra tutti i risultati quello registrato delle polizze di Income Protection è stato accolto con particolare entusiasmo.
Dopo anni di crisi di questo ramo infatti si intravede per la prima volta un timido segnale di ripresa: rispetto al 2014 le polizze individuali sottoscritte sono sono aumentate del 2%, passando da 1,13 a 1,15 milioni. Le soluzioni aziendali – acquistate dal datore di lavoro per i dipendenti – invece avevano già un andamento positivo, che si è confermato anche nel 2015 con un incremento del 3% sull’esercizio precedente.
Secondo l’ABI l’inversione del trend è dovuta alla maggiore consapevolezza dell’industria dell’importanza di tutelare le fonti di reddito, imputabile a una serie di iniziative di informazione e sensibilizzazione alla tematica attuate nell’ultimo anno. Tra queste le più importanti sono la “Seven Families Campaign” e altri eventi realizzati in collaborazione con il Money Advice Service. Raluca Boroianu-Omura, responsabile della sezione Protection and Health dell’ente, ha dichiarato: “Siamo piacevolmente colpiti dal fatto che più persone godranno di tutela finanziaria nel caso dovessero essere impossibilitati a lavorare a causa di una malattia debilitante o di un incidente. Ogni anno un milione di lavoratori britannici si ritrovano in questa situazione, ma non godono della protezione adeguata. I dati relativi al 2015 sono senza dubbio incoraggianti, ma ciò non toglie che ci sia ancora molto lavoro da fare”. Un'altra ragione che spiega l’entusiasmo collettivo è il fatto che gli individui coperti da questa polizza non necessitano dell’intervento dello stato, ragion per cui se la popolarità dell’Income Protection aumentasse il sistema assistenziale pubblico assisterebbe a una notevole riduzione dei costi.
Non sono però mancate le voci fuori dal coro, che hanno messo in luce l’altra faccia della medaglia: l’aumento dei sottoscrittori di polizze IP potrebbe essere motivato dalla crescente paura di perdere il lavoro, sintomo della percezione di una maggiore instabilità del mercato e di minori tutele per i dipendenti. Letta da questo punto di vista la situazione è decisamente meno rosea, tuttavia i portavoce dell’ABI non hanno rilasciato dichiarazioni in merito a questa interpretazione alternativa.