
Nel periodo 2015-2017 soltanto il 3,3% delle medie e grandi imprese ha trasferito all’estero attività o funzioni svolte in Italia, circa 700 in totale, contro il 13,4% del periodo 2001-2006. Lo rileva Istat in un’indagine specifica secondo la quale riduzione della pressione fiscale (84,5% delle imprese), politiche per il mercato del lavoro (79%) e incentivi per Innovazione, Ricerca e Sviluppo (70,9%) “potrebbero influenzare in modo determinante il trasferimento in Italia di funzioni svolte all’estero, nel periodo 2018-2020” da parte delle medie e grandi imprese.
Tra le imprese che hanno delocalizzato, il 69,3% ha trasferito all’estero attività o funzioni di supporto, il 43,4% l’attività principale. Il fenomeno ha interessato di più le imprese industriali (4,2%) rispetto ai servizi (2,3%); la dimensione rappresenta un fattore importante (il 5,6,% delle grandi imprese contro il 2,9% delle medie). Le funzioni che più vengono trasferite all’estero: servizi amministrativi, contabili e gestionali (37,4%), marketing, vendite, inclusi centri assistenza e call center (21,2%), informatica e tlc (10,2%). Incidono sulla scelta di trasferirsi soprattutto il costo del lavoro e altri costi d’impresa e la necessità di concentrare in Italia le attività strategiche. Il principale ostacolo all’internazionalizzazione è la difficoltà a trasferire personale; seguono gli ostacoli legali o amministrativi e la necessità di operare a stretto contatto con i clienti. Il 59,6% dei trasferimenti è indirizzato verso paesi dell’Ue28; tra i paesi extra-europei spiccano India (8,7%), Usa e Canada (5,7%) e Cina (5,6%).
Sempre tra il 2015 e il 2017, oltre 1.000 imprese (5% delle grandi e medie) hanno trasferito in Italia attività o funzioni precedentemente svolte all’interno dell’impresa. Solo lo 0,9% delle aziende ha dichiarato di aver trasferito in Italia attività precedentemente svolte all’estero. Tra i fattori determinanti per il rientro anche finanziamenti per l’acquisto in macchinari (76,9%) e offerta di lavoro qualificato, ad esempio technology skilled workers.