Istat
L’Istat conferma che nel 2024 è proseguito il trend positivo dell’occupazione iniziato nel 2021: il tasso dei 15-64enni sale al 62,2%, la disoccupazione scende al 6,6% e l’inattività si attesta al 33,4%.
Secondo le stime preliminari diffuse dal Rapporto Aci-Istat, nel primo semestre del 2025 si registra un miglioramento significativo della sicurezza stradale in Italia. Tra gennaio e giugno gli incidenti con lesioni a persone sono stati 82.344, in diminuzione dell’1,3% rispetto allo stesso periodo del 2024. I feriti sono stati 111.090 (-1,2%), mentre le vittime entro il trentesimo giorno dal sinistro si sono ridotte a 1.310, con un calo più marcato del 6,8%.
2.755 euro al mese. È questa la cifra che in media le famiglie italiane hanno speso nel 2024 per i propri consumi, praticamente identica ai 2.738 euro dell'anno precedente.
L'Istat ha diffuso i dati sul mercato del lavoro di luglio 2025, e le notizie sono in controtendenza rispetto a quel clima di incertezza che spesso caratterizza l'economia: il tasso di disoccupazione ha registrato un calo significativo, portandosi al 6%, con una diminuzione dello 0,3% su base mensile. Non solo i disoccupati diminuiscono, ma c’è un aumento degli occupati, che salgono dello 0,1% (+13mila unità), e degli inattivi.
Nel 2024 il mercato delle immatricolazioni auto per i privati con partita IVA ha segnato un sostanziale equilibrio, chiudendo l’anno con 190.286 unità immatricolate, in leggera flessione dello 0,6% rispetto al 2023.
Luglio segna una contraddizione evidente tra le percezioni dei consumatori e quelle delle imprese italiane: da un lato torna a crescere la fiducia dei cittadini, dall’altro si incrina quella delle imprese, in particolare nei settori dei servizi e delle costruzioni.
Nel 2024 in Italia si è registrato un aumento degli incidenti stradali del 4,1%, con un totale di 173.364 sinistri che hanno provocato lesioni a persone, mentre il numero delle vittime è leggermente diminuito (-0,3%), attestandosi a 3.030. Questi dati, elaborati da Aci e Istat, fotografano un ritorno a una mobilità su livelli analoghi a quelli pre-pandemia, con un aumento degli spostamenti per lavoro, studio e turismo.
Il conto dell’inverno demografico per l’Italia si sta facendo ogni giorno più pesante e concreto. Non si tratta più solo di grafici e previsioni, ma di numeri reali che cominciano già a incidere sul presente: a settembre 2025 ci saranno 134mila studenti in meno rispetto all’anno precedente. È il primo segnale tangibile di una tendenza che investe tutta la catena sociale ed economica: dalla scuola al lavoro, dalle pensioni alla sanità, fino al Pil.
Nel mese di aprile 2025, l’industria italiana mostra un segnale incoraggiante di ripresa: secondo le stime dell’Istat, la produzione industriale, al netto della stagionalità, è aumentata dell’1,0% rispetto a marzo. Si tratta di un rimbalzo significativo, che si riflette anche nei dati trimestrali: il periodo febbraio-aprile registra infatti una crescita dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti.
Il 2023 è stato un anno da record per le temperature globali, il più caldo mai registrato dal periodo pre-industriale. È quanto afferma il Rapporto Annuale dell’Istat, precisando che in Europa, solo il 2020 è stato più rovente, mentre in Italia il primato dell’anno più caldo resta al 2022.
Ad aprile 2025, sia la fiducia dei consumatori che quella delle imprese in Italia continuano a segnare una flessione, secondo i dati diffusi dall’Istat. L’indicatore di fiducia dei consumatori scende da 95,0 a 92,7, mentre il clima di fiducia delle imprese diminuisce da 93,2 a 91,5.
Nel 2024, l'economia italiana ha registrato una crescita del Pil in volume dello 0,7%, in linea con il dato del 2023, ma inferiore alla stima del governo che prevedeva un aumento dell'1%.
Nel 2024, la produzione industriale in Italia ha registrato un calo del 3,5%, con una flessione tendenziale che ha caratterizzato ogni mese dell’anno.
A novembre 2024, l'Istat segnala un ulteriore aumento nella produzione del settore delle costruzioni, con il terzo incremento mensile consecutivo. L'indice destagionalizzato ha raggiunto il livello più alto da gennaio 2024.
A novembre 2024, l’Istat ha registrato un incremento dello 0,3% dell’indice destagionalizzato della produzione industriale rispetto a ottobre. Tuttavia, nel periodo medio del trimestre settembre-novembre, la produzione ha subito una flessione dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti.