Circa 1600 persone in presenza e 86mila in streaming. Sono numeri importanti quelli raggiunti dalla quinta edizione dell’Italian Insurtech Summit “Innovation Out Of The Box” che testimoniano la rilevanza dell’appuntamento annuale. Per avere un’idea delle principali evidenze emerse dal summit ne parliamo con Liliana Troaca, segretario generale di Italian Insurtech Association.
“La quinta edizione dell’Italian Insurtech Summit è stata un successo incredibile, che conferma la sempre maggior forza attrattiva di un settore in costante crescita, con la concretezza della Digital Inclusion e la contaminazione, sempre più presente, tra settore assicurativo e altri settori industriali”.
Troaca sottolinea come la principale evidenza riscontrata durante l’evento sia “il tema collaborazione/contaminazione. Oggi sempre più compagnie collaborano con startup e player assicurativi al fine di realizzare prodotti innovativi in linea con le attese dei consumatori”.
Altro tema fondamentale è “l’avvento dell’intelligenza artificiale, destinata a rivoluzionare in maniera massiva l’operatività del settore, dalla gestione sinistri sino alla distribuzione delle polizze. Infine, il filone competenze, non più delegabile, in quanto il salto tecnologico sta portando la necessità di adeguare le proprie skills alle nuove sfide del settore.
Com’è cambiata in questi anni la percezione dell’Insurtech tra le compagnie di assicurazioni?
“Negli ultimi anni, la percezione dell’Insurtech da parte delle compagnie di assicurazione italiane è profondamente cambiata, grazie a una crescente consapevolezza della sua importanza strategica”, afferma Troaca che osserva come in passato, l’innovazione tecnologica venisse spesso considerata un’opzione secondaria o addirittura una minaccia al modello tradizionale. “Le stesse startup nascevano per andare a colmare un buco di mercato lasciato scoperto dai classici modelli di business. Oggi, invece, l'Insurtech è visto come un’opportunità per migliorare efficienza e accessibilità dei servizi assicurativi, oltre che ampliare il target di consumatori”.
Un concetto rafforzato dalla concretezza dei numeri. “Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano nel 2023 si è assistito a 45 partnership tra compagnie e startup insurtech, con un aumento dell’80% rispetto all’anno precedente. L'accelerazione digitale è stata influenzata anche dai cambiamenti nelle abitudini dei consumatori, sempre più orientati verso soluzioni digitali. Nel 2023 il numero di utenti che ha acquistato polizze digitali è aumentato (60%), con un balzo rispetto al 47% del 2022. La preferenza per le polizze digitali è motivata principalmente dalla convenienza economica e dalla semplicità dei processi di acquisto, come confermato dal fatto che il 65% dei consumatori digitali le preferisce a quelle tradizionali. Inoltre, l’interesse per le soluzioni digitali è in costante aumento, con il 79% dei consumatori che dichiara di voler acquistare una polizza digitale in futuro”.
E il mondo degli intermediari assicurativi? L’insurtech è una minaccia per la professione di agente o broker di assicurazioni?
“L’insurtech non è mai stato una minaccia, bensì un’opportunità per gli intermediari assicurativi. Le tecnologie digitali permettono di automatizzare le attività amministrative, liberando tempo per offrire consulenze personalizzate e di maggior valore ai clienti. Strumenti come big data, intelligenza artificiale e IoT aiutano a conoscere meglio le esigenze dei clienti, proponendo soluzioni assicurative mirate e innovative. L’adozione di piattaforme digitali consente inoltre agli intermediari di ampliare il proprio mercato, raggiungendo target ancora più differenziati, oltre di poter competere anche in contesti globali, rafforzando il proprio ruolo nella catena del valore”.
Comunque, stiamo parlando di un settore dove, precisa il segretario generale di di Italian Insurtech Association, “la componente umana e fiduciaria rimane essenziale, specie in un mercato come quello italiano, molto frammentato e fatto di relazioni. Secondo i nostri dati entro il 2030 oltre il 50% delle polizze avrà una componente di intelligenza artificiale, ma questo non vorrà dire che l’intermediario perderà il suo ruolo ma, come in tutti i settori lavorativi, dovrà innovarsi per poter offrire una consulenza ancora più personalizzata al proprio cliente. È per questo che in IIA crediamo molto nella formazione e che i workshop tematici sono state una delle attività più seguite al nostro ultimo Summit”.
In termini concreti, quali vantaggi può portare alle reti distributive e quali nuove opportunità può offrire per favorirne la crescita?
“Come già accennato, grazie alle nuove tecnologie, soprattutto all’AI, gli intermediari potranno far evolvere il loro lavoro di consulenza e di gestione delle necessità di assistenza, innalzando quindi la customer satisfaction e il servizio erogato. Secondo alcune stime, grazie all'IA gli agenti saranno in grado di aumentare fino al 40-50% la risoluzione dei problemi dei clienti, migliorandone così la soddisfazione. Per fare questo sarà importante che le compagnie assicurative sviluppino processi di governance interna chiari, che includano la formazione continua del personale, la creazione di una cultura della trasparenza e la definizione di policy aziendali sull’uso dell’IA”.
Si continua a prospettare un gran futuro per le polizze digitali, ma la realtà sembra muoversi in altra direzione. Un recente studio di EY dice che il 37% degli italiani non conosce il bancassurance, le compagnie dirette in Italia non sono mai andate in doppia cifra nell’Rc Auto e la consulenza professionale di agenti e broker è sempre di gran lunga la preferita dagli italiani. Come si conciliano questi trend?
“I dati mostrano che la penetrazione delle polizze digitali in Italia è ancora limitata, ma le prospettive future rimangono promettenti. Il dato di EY, secondo cui il 37% degli italiani non conosce il bancassurance, riflette un problema culturale: molti consumatori italiani rimangono legati al modello tradizionale di consulenza assicurativa. Tuttavia, questo non significa che le polizze digitali siano destinate a rimanere marginali.
Infatti, in una delle ricerche che abbiamo presentato all’Insurtech Summit “La Ricerca sul Consumatore Digitale” di IIA e Join Business Consulting, con Reale Mutua e Liferay dove viene riscontrato che la digitalizzazione è sempre più al centro delle scelte dei consumatori. Il 60% delle polizze viene, infatti, oggi sottoscritto online, con un balzo significativo rispetto al 2022 (47%). Crescono anche gli acquisti da smartphone che hanno raggiunto il 36%, rispetto al 25% dello scorso anno”.
Liliana Troaca osserva come la preferenza per le polizze digitali sia motivata principalmente dalla convenienza economica e dalla semplicità dei processi di acquisto, “come confermato dal fatto che il 65% dei consumatori digitali le preferisce a quelle tradizionali. Inoltre, l'interesse per le soluzioni digitali è in costante aumento, con il 79% dei consumatori che dichiara di voler acquistare una polizza digitale in futuro. Noi sottolineiamo sempre che l’obiettivo non è sostituire gli agenti e i broker, ma arricchire la loro offerta con strumenti tecnologici. Ad esempio, il modello di embedded insurance consente di integrare l’assicurazione nei percorsi di acquisto digitali, rendendola più accessibile a nuovi segmenti di mercato. La soluzione è una sinergia tra digitale e consulenza tradizionale, come evidenziato anche nel report "Distribution (Re)Generation" di IIA e EY. Questa integrazione permette agli intermediari di fornire un servizio migliore, mentre i consumatori beneficiano di una maggiore flessibilità”.
L’innovazione tecnologica su quali aspetti del sistema assicurativo ha finora inciso maggiormente? E in futuro?
“L'innovazione tecnologica ha già rivoluzionato il settore in vari ambiti, tra cui l'efficienza operativa, la prevenzione delle frodi e la personalizzazione dei servizi. Ad esempio, l’uso dell’intelligenza artificiale per il riconoscimento dei sinistri ha ridotto drasticamente i tempi di elaborazione, passando da giorni a pochi minuti, come evidenziato da studi e report condivisi durante i nostri eventi”.
Troaca spiega che secondo la ricerca “Claims (Re) Generation: le potenzialità dell’IA Generativa nella gestione dei sinistri, tra benefici e rischi”, di IIA e realizzata da EY, “per l’88% degli intervistati i benefici dell’integrazione dell’AI Generativa sono legati all’aumento della produttività e dell’efficienza operativa, per il 63% si registra una riduzione dei costi operativi, per il 50% il supporto alla gestione dei rischi e prevenzione delle frodi assicurative e, sempre per il 50%, il miglioramento della relazione con la clientela.
Inoltre, tecnologie come l’IoT e la blockchain stanno trasformando l'assicurazione sanitaria e la gestione dei dati. Abbiamo sottolineato che i wearable e i dispositivi IoT consentiranno di passare da polizze standard a coperture dinamiche, basate sui comportamenti degli utenti. Per il futuro, il focus si sposterà sull’open insurance, che favorirà la collaborazione tra assicurazioni, aziende tecnologiche e altri settori, abilitando ecosistemi digitali in cui i servizi assicurativi saranno integrati in maniera fluida”.
L’Italia è un paese storicamente sottoassicurato. L’insurtech può favorire la copertura di questo gap di protezione?
“L’Italia è notoriamente uno dei paesi europei più sottoassicurati, sia per fattori culturali sia per una scarsa alfabetizzazione finanziaria. L’Insurtech può colmare questo gap rendendo i prodotti assicurativi più accessibili e comprensibili. Per esempio, le polizze on-demand e a consumo, disponibili tramite app, consentono ai consumatori di acquistare coperture per periodi o situazioni specifiche, riducendo i costi e le barriere all’ingresso.
Inoltre, l'alfabetizzazione assicurativa svolgerà un ruolo fondamentale. L'associazione sottolinea da sempre l'importanza di campagne educative per aumentare la consapevolezza dei rischi e delle soluzioni disponibili. Parallelamente, l'uso dei dati per personalizzare le polizze e rendere i premi più equi potrebbe attirare nuovi clienti, in particolare giovani e famiglie”.
Infine, prima di concludere resta un’ultima curiosità. Dal punto di osservazione di Italian Insurtech Association, ci può dire se l’insurtech funziona come polo di attrazione di aziende di altri settori?
“In futuro, si prevede un aumento delle collaborazioni tra compagnie assicurative e aziende tecnologiche per sviluppare ecosistemi digitali integrati. Le assicurazioni potrebbero diventare un elemento invisibile ma essenziale di molte esperienze di consumo quotidiano, creando valore aggiunto per entrambe le parti e per i consumatori finali. Pensiamo alle polizze sanitarie e alla diffusione che potrebbero avere nei prossimi anni, così come per la mobilità, soprattutto con il diffondersi della share economy.
L’insurtech si sta affermando come un catalizzatore di innovazione non solo per il settore assicurativo, ma anche per altri ambiti. IIA ha sottolineato che l’insurtech sta attirando aziende di business differenti, come l'e-commerce, la mobilità e la tecnologia domestica. Attraverso l'Embedded Insurance, ad esempio, piattaforme di e-commerce offrono coperture direttamente al momento dell'acquisto di prodotti. Questo modello open è particolarmente efficace per attirare nuovi segmenti di clientela, ampliando il mercato assicurativo. Infine, l’espansione dei modelli pay-per-use e delle coperture on-demand attirerà nuovi player, ampliando ulteriormente il perimetro del mercato. Ci aspetta un periodo di veloci cambiamenti, e questa edizione del Summit ci ha fatto capire che c’è molto entusiasmo per il futuro”.