
Sulla scia dei recenti attacchi terroristici più cruenti, perpetrati secondo modalità inedite per la lunga e tragica storia del terrorismo, l’industria assicurativa deve saper rispondere velocemente a questa evoluzione degli attacchi, allargando la propria capacità di sostenere la resilienza finanziaria delle diverse economie. Ciò significa un ulteriore processo di chiarimento sulla posizione del sistema assicurativo all’interno dei pool terrorismo creati dai governi.
Questa l’opinione espressa da Emma Karhan, managing director di Guy Carpenter, durante il tradizionale Rendez-Vous annuale di Montecarlo che riunisce il gotha del mondo delle riassicurazioni.
“Le recenti azioni condotte dal Daesh cambiano il modo di considerare gli attacchi terroristici, attirando le attenzioni sulle significative perdite economiche provocate e sui disagi in un’ottica di lungo periodo, oltre che sulle perdite di vite umane. Azioni che hanno sempre più l’obiettivo di instillare un sentimento di paura e terrore generalizzato tra le persone e di creare divisioni all’interno delle comunità”.
Gli attacchi di Bruxelles erano ad esempio mirati a colpire degli obiettivi infrastrutturali, mentre a Parigi le azioni hanno colpito ristoranti, bar, sale da concerto, tutti luoghi tipici della cultura dello svago occidentale.
Questo cambiamento di strategia circa gli obiettivi da colpire, oltre a causare un aumento dei danni economici provocati dagli attentati, richiede anche all’industria assicurativa di riesaminare le proprie posizioni sulla questione. Bisogna iniziare a considerare la componente “danno assicurato” legata all’attacco terroristico, in maniera più completa rispetto a oggi, andando a valutare maggiormente le conseguenze finanziarie di lungo periodo di una singola azione e le perdite connesse alla interruzione del business.