
Il settore dell’ospitalità in Italia sta vivendo un momento di straordinaria vitalità. Secondo l’ultimo studio di PwC, nella prima metà del 2025 sono stati investiti circa 1,5 miliardi di euro, una cifra che da sola eguaglia l’intero volume annuale registrato nel 2022 e nel 2023.
Un segnale che conferma la crescente attrattività del comparto, capace di superare, per la prima volta, il tradizionale primato degli uffici e affermarsi come il principale asset class del real estate commerciale, con il 27% del totale degli investimenti.
Lo studio rileva come l’Italia si inserisca in un contesto europeo altrettanto dinamico: nel Vecchio Continente, nel primo semestre dell’anno, i capitali diretti verso il settore alberghiero hanno raggiunto quota 10 miliardi di euro, a dimostrazione di come il comparto rimanga un rifugio sicuro per gli investitori istituzionali.
A trainare l’attenzione sul nostro Paese non sono solo le grandi città come Roma, Milano, Firenze e Venezia, ma anche le destinazioni leisure, con una concentrazione di operazioni in Sicilia, Sardegna, sulla costa toscana, sul Lago di Como e a Capri.
Proprio il Lago di Como si è distinto come uno dei mercati più attivi, registrando almeno cinque transazioni tra la fine del 2024 e il 2025. L’analisi delle performance racconta un’Italia che ha ritrovato i flussi turistici pre-pandemia, con 284 milioni di notti spese nel 2024 e 96 milioni di arrivi. Gli stranieri continuano a rappresentare la quota prevalente, confermando il ruolo del turismo internazionale come motore della crescita. Roma guida il recupero sia in termini di domanda sia di permanenza media, mentre Firenze appare più fragile, penalizzata dall’aumento dei prezzi medi giornalieri. Milano e Venezia mantengono un buon equilibrio, seppure con andamenti oscillanti legati agli eventi culturali come la Biennale.
Non tutte le regioni però hanno beneficiato allo stesso modo: Lazio, Abruzzo, Umbria, Basilicata, Molise, Puglia e Sicilia mostrano un dinamismo interessante, mentre destinazioni storiche come la Toscana sembrano rallentare, probabilmente a causa dei forti rincari.
Accanto agli hotel tradizionali, cresce in modo deciso l’interesse per forme alternative di alloggio.
Dal 2019 ad oggi si sono registrati 26 milioni di pernottamenti in più nelle strutture extralberghiere, contro appena 3 milioni in più negli alberghi. In particolare, le case vacanza gestite in forma imprenditoriale hanno vissuto un’espansione notevole, soprattutto a Roma e Milano.
A spingere il mercato contribuisce anche la crescente domanda di esperienze legate al benessere: il wellness tourism in Italia ha raggiunto i 19 miliardi di dollari di spesa nel 2023, con una crescita annua del 7%, la più elevata in Europa. Un segmento che si distingue per la propensione dei viaggiatori a spendere molto di più rispetto al turismo tradizionale, sia interno sia internazionale. Non meno interessante è la sinergia sempre più stretta tra moda e ospitalità.
Le grandi maison italiane, da Dolce&Gabbana a Ferragamo, passando per Cavalli, Loro Piana ed Herno, stanno portando il proprio universo creativo in resort, hotel e beach club esclusivi, trasformando i luoghi di soggiorno in esperienze immersive, pensate per un pubblico alla ricerca di unicità e condivisione social. In questo scenario, l’ospitalità italiana si conferma non solo un pilastro dell’economia, ma anche un laboratorio di innovazione capace di attrarre capitali, sperimentare nuovi format e ridefinire il concetto stesso di viaggio.