
Ci mancava anche la crisi di chip ad aggiungere complessità a una situazione già difficile per l’industria automobilistica. L’industria automobilistica statunitense e non solo (compresi marchi come Volkswagen, Ford e General Motors) ha più volte esortato il governo a intervenire vista la carenza globale di semiconduttori che potrebbe rallentare la produzione solo negli Stati Uniti, con 1,28 milioni di veicoli in meno consegnato durante l’anno.
Allo stesso tempo le società produttrici di chip registrano ordini record, con una domanda in aumento che ha contribuito a più che raddoppiare gli utili nel primo trimestre dell’anno.
La domanda è stata particolarmente forte per le applicazioni di fascia alta degli smartphone legate ai prodotti 5G, ma anche per le applicazioni automobilistiche e i dispositivi logici utilizzati nell'intelligenza artificiale e nei data center. La carenza globale di microchip e semiconduttori sta rallentando la capacità di realizzare nuovi prodotti.
Quando a febbraio e marzo del 2020, le case automobilistiche a causa dei lockdown hanno smesso o quasi di produrre auto, anche gli ordinativi di chip si sono fermati. Alla ripresa della produzione, hanno scoperto che i produttori di chip erano sovraccaricati dagli ordini dell’industria dell’elettronica di consumo che ha visto un boom di domanda per i dispositivi premium - sia per il lavoro che per il tempo libero come nuove console di gioco, smartphone, computer, il cui uso è stato alimentato dalle misure di restrizione anti Covid-19.
Insomma, la maggior parte dei produttori di auto si trovano ora in difficoltà. Secondo quanto dichiarato da John Bozzella, presidente e Ceo di Alliance for Automotive Innovation (il gruppo rappresenta quasi tutte le principali case automobilistiche con fabbriche negli Stati Uniti, tra cui General Motors Co, Ford Motor Co, Volkswagen AG, Toyota Motor Corp e Hyundai Motor Co.), il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti dovrebbe disporre di una parte dei finanziamenti alla produzione di semiconduttori degli Stati Uniti alle esigenze del settore automobilistico. Il mese scorso il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva già fatto sapere di essere ben a conoscenza della crisi di chip e che sta anche cercando 37 miliardi di dollari in finanziamenti per la legislazione per incrementare la produzione di chip negli Stati Uniti.
Intanto, Ford è solo l’ultima azienda ad aver annunciato nel frattempo il taglio della produzione in sette impianti di assemblaggio del Nord America, mentre Kia Motors ha deciso di interrompere la produzione per due giorni negli impianti in Georgia, proprio a causa della mancanza di chip. Le difficoltà si sentono però a livello globale: in tutto il mondo, le case automobilistiche stanno facendo pressione sui governi per sovvenzionare la costruzione di più capacità di produzione di chip.