
Continua a crescere la frequenza di attacchi cyber alle organizzazioni di tutto il mondo, ma aumentano anche i costi connessi a una violazione dati. Secondo il report annuale “Cost of data breach”, commissionato da IBM Security a Ponemon Institute, a livello globale le aziende devono fare i conti con danni mediamente pari a 3,92 milioni di dollari, che significa un incremento del 12% da cinque anni a questa parte.
Le cose vanno un po’ meglio, ma non troppo, per le aziende del nostro Paese, dove il costo medio è di 3,13 milioni di euro (+9,36% rispetto allo scorso anno). Il costo pro capite per record smarrito o rubato è di 130 euro, con un aumento del 3,13% rispetto all’anno precedente; la causa principale, pari al 46% delle violazioni dei dati, è da ricondurre ad attacchi malevoli o criminali.
Da sottolineare come il costo medio di una violazione negli Stati Uniti sia di 8,19 milioni di dollari, più del doppio della media mondiale. E costano di più le intrusioni per le aziende sanitarie: per il nono anno consecutivo in media circa 6,5 milioni di dollari, oltre il 60% in più rispetto ad altri settori. “Considerando che le organizzazioni hanno dovuto affrontare la perdita o il furto di oltre 11,7 miliardi di dati solo negli ultimi 3 anni, le imprese devono essere pienamente consapevoli dell'impatto finanziario che una violazione dei dati può avere sui loro profitti e, quindi, concentrarsi su come è possibile ridurre questi costi”, ha affermato Wendi Whitmore, Global Lead di IBM X-Force Incident Response and Intelligence Services.