
Il fallito golpe in Turchia è solo l’ultimo di una lunga serie di agitazione politiche verificatisi a partire dal 2011, quando la Primavera Araba segnò l’inizio di un periodo di tensione che non è ancora terminato.
Nonostante il delicato equilibrio che caratterizza lo scenario geopolitico però il mercato assicurativo non ha smesso di garantire la copertura contro i rischi politici: una grande varietà di polizze è accessibile a tutti coloro che vogliono proteggere le loro attività economiche da queste minacce.
Agli episodi verificatisi nella vicina Turchia si sono tuttavia sommate agitazioni in Russia, Brasile e in altri paesi da tempo alle prese con un clima di disordini interni. Dato questo quadro globale gli assicuratori sono più cauti e selettivi nel farsi carico dei rischi governativi, ma nel complesso la copertura è garantita ai clienti che ne hanno bisogno. Certo è che le polizze sono più accessibili per gli individui e le imprese con un basso profilo di rischio. Nel complesso però le compagnie considerano questa fetta di mercato ancora profittevole, e gli utenti interessati possono ottenere condizioni vantaggiose.
Un approccio multi-country
Ciò che è emerso dai recenti episodi è che i rischi politici non sono più circoscritti solo ad alcune specifiche aree del mondo: anche i paesi un tempo considerati “sicuri” sono oggi esposti a minacce serie e inaspettate, dunque per le imprese è difficile capire come muoversi sullo scacchiere internazionale e quale tipo di copertura acquistare.
Per questo motivo molte compagnie offrono soluzioni multi-country: polizze che comprendono la protezione di più di 20 paesi, inclusi alcuni stati che sarebbero difficili da assicurare da soli perché troppo rischioso. In questo modo le aziende riescono a ottenere condizioni più convenienti e a tutelarsi da diverse minacce allo stesso tempo.