Una cosa è certa: rispetto al tema della sostenibilità delle imprese, il coronavirus ha pienamente legittimato le pratiche aziendali di smart working.
Tobias Hahn, professore del dipartimento di società, politica e sostenibilità presso l’Esade Business School di Barcellona ha detto che “anche le organizzazioni che avevano mostrato riserve nei verso il lavoro da remoto sono state costrette a sperimentarlo, e ciò porterà a una più vasta accettazione di tali pratiche e alle relative conseguenze in termini di sostenibilità”.
Il coronavirus ha spinto le aziende ad accelerare sul telelavoro. Queste settimane di smart working sono un vero e proprio esperimento che offre rilevanti spunti di riflessione sia al settore privato sia, soprattutto, a quello pubblico.
Nel settore privato l’effetto dell’epidemia è stato di acceleratore del processo in corso di adozione di pratiche di smart working, già presente in molte aziende, soprattutto le grandi multinazionali che anche per rafforzare i propri sforzi legati alla sostenibilità, garantiscono la possibilità di lavorare da remoto per un giorno alla settimana, oppure oppure rimodellano i propri uffici secondo un modello basato su scrivanie flessibili, con tanti saluti alla scrivania fissa.
Diverso il caso del settore pubblico. A tal proposito, la scorsa settimana la vice ministra dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli ha affermato in un post che “lo smart work potrebbe renderci pronti a fare un salto culturale,forse anche nel pubblico impiego, perchè telelavoro non è lavorare di meno, ma meglio. È una di quelle soluzioni che può e dovrebbe diventare stabile, anche dopo che avremo superato questa fase”.
Difficile prevedere ora quello che potrà succedere, di certo tra le conseguenze ambientali dell’epidemia che ha attratto maggiore attenzione c’è un significativo calo delle emissioni di Co2. Questo si è verificato in Lombardia, in base ai dati del sito dell’Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa), ma anche in Cina dove secondo una analisi pubblicata dal sito di informazione inglese Carbon Brief, le emissioni si sarebbero ridotte di 100 milioni di tonnellate metriche nelle prime due settimane di febbraio.