I colossi internazionali Visa e Master Card stanno facendo pressioni da più di 10 anni per poter entrare nel mercato dei pagamenti elettronici cinese, destinato a diventare il primo al mondo per dimensioni entro il 2020.
Al momento l’unico operatore abilitato a fornire carte di credito in Cina è la compagnia statale China UnionPay Co., che lavora quindi senza concorrenti in un paese in cui nel 2015 il giro d’affari delle carte ammontava attorno ai 55 trilioni di yuan.
MasterCard dal canto suo ha dichiarato di avere forti speranze di riuscire a presentare entro la fine dell’anno la domanda per iniziare a commercializzare i suoi prodotti in Cina, dal momento che il governo di Pechino ha annunciato la decisione di aprire il mercato ad altri provider. Il processo non sarà però semplice.
Un iter complesso
Bisogna innanzitutto attendere conferme ufficiali sulle tempistiche da parte delle istituzioni cinesi: Ling Hai, co-presidente della società per l’area dell’Asia Pacifica, ha dichiarato che c’è ancora un clima di incertezza a livello legislativo, ed è probabile che le scadenze previste per la fine del 2016 vengano posticipate di un anno. Nulla però è ancora certo.
In secondo luogo per poter iniziare a operare sul mercato cinese le aziende dovranno attenersi ai severissimi standard di sicurezza e di cyber security nazionali. Al momento infatti MasterCard ha dichiarato di non avere ancora il chiaro quadro dei parametri che la normativa del paese richiede di rispettare, e che la stesura di un business plan adatto alle esigenze – e soprattutto ai vincoli – del mercato cinese è ancora in una fase preliminare. Inoltre la compagnia starebbe valutando l’opzione di collaborare con un partner locale.
Il colosso americano ha comunque ribadito che l’ingresso sul mercato cinese rimane tra le priorità assolute per il prossimo futuro.