
Il mercato dei Lloyd’s di Londra è rimasto chiuso venerdì scorso per permettere la sanificazione degli uffici e, in questo modo, testare anche la reazione degli operatori alle restrizioni imposte dalle disposizioni del protocollo sul lavoro nell’emergenza coronavirus.
Nei suoi 330 anni di storia è stata la prima volta in cui i Lloyd’s hanno fermato l’attività di sottoscrizione dei rischi che tradizionalmente avviene attraverso incontri faccia a faccia tra broker e assicuratori.
Tutti i quattro piani del palazzo occupato dai Lloyd’s teatro delle contrattazioni sono stati sanificati.
La decisione di chiudere la cosiddetta underwriting room, utilizzata da quasi 50.000 impiegati dei Lloyd’s, è stata presa subito dopo che l’epidemia di coronavirus è stata classificata come pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
“Le cose sono cambiate in modo molto significativo negli ultimissimi giorni”, ha dichiarato il ceo dei Lloyd's, John Neal, aggiungendo che il mercato londinese ha voluto anche “testare” il modo in cui gli operatori avrebbero affrontato le restrizioni alle riunioni e agli incontri personali.
Neal ha anche dichiarato che non vi sono casi di coronavirus presso i Lloyd’s, aggiungendo di non aver ricevuto alcuna comunicazione circa eventuali casi presso le aziende associate.