
È andato in scena venerdì scorso a Monza il “XII Pan European Banking Meeting”, organizzato da Assiom Forex, l’Associazione nazionale degli operatori dei mercati finanziari, incentrato sul tema “Unione bancaria e gestione delle crisi: un modello di banca in trasformazione. Italia e UE a confronto”. I lavori introdotti da Giuseppe Attanà, Presidente Assiom Forex, hanno visto la partecipazione dei maggiori organismi di vigilanza e sorveglianza.
In particolare, nel corso della giornata, hanno preso la parola: Stefano De Polis, Vice del Capo Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria Banca d’Italia; Lucio Pench, Director for Fiscal Policy Commissione Europea; Gianfranco Torriero, Vice Direttore Generale ABI; Piergiorgio Valente, Presidente Comitato Fiscale della Confédération Fiscale Européenne; Mario Nava, Direttore Direzione Generale del Mercato Interno e Servizi, Responsabile per le istituzioni finanziarie della Commissione Europea.
Valente si è focalizzato sul governo delle variabili fiscali italiane in un confronto con gli altri Paesi UE, delineando il piano di lavoro del Global Forum, soprattutto riguardo l'erosione della base imponibile ed il "profit shifting": ha chiosato su come solo la trasparenza tra Stati in tema di politiche fiscali potrà condurre ad una competizione leale e utile alla crescita europea.
Il punto di vista di Pench si è concentrato su un’analisi storica degli effetti delle crisi finanziarie sui costi fiscali: meno di un quinto dei costi netti che impattano pesantemente sul PIL vengono infatti recuperati. Ha infine aggiunto che sicuramente, grazie all'implementazione dell’Unione Bancaria, gli interventi dei Governi saranno limitati solo a casi eccezionali in future crisi. Secondo Torriero, l’economia europea non può certo fare a meno delle banche commerciali che ne finanziano l’87% del totale, ma nel processo in atto di recupero della redditività all'indomani della crisi globale, purtroppo le banche commerciali italiane partono da livelli di performance inferiori alla media.
Sempre sul tema dell’Unione Bancaria Europea, De Polis ha affrontato la gestione delle crisi bancarie spiegando le sue finalità e approfondendo meccanismi e impatti della sua applicazione nella gestione ordinaria delle banche. Ha sottolineato come l’Unione Bancaria Europea rappresenti una risposta efficiente alla forza disgregante della crisi finanziaria globale.
Infine, Nava ha evidenziato l’importanza degli interventi degli organismi europei durante la crisi e ha chiarito che l’Unione Bancaria non rappresenta una scelta ideologica. Infatti, l’avvento di una maggiore integrazione a livello europeo della vigilanza bancaria è da considerarsi la naturale prosecuzione del livello di integrazione finanziaria tra i sistemi bancari nazionali conseguito con l’introduzione della moneta unica: lo sviluppo di un approccio realmente europeo alla vigilanza bancaria rappresenta, secondo Nava, una delle sfide più imponenti, nonché un'innovazione cruciale per degli assetti più che secolari come quelli rappresentati sino ad oggi dalle vigilanze bancarie dei singoli Paesi.