Il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci ha provato l’accelerazione sull’obbligatorietà delle polizze per danni catastrofali a carico delle famiglie, prendendo di sorpresa il governo e scatenando la corsa allo smarcamento.
“Lo Stato può dare indicazioni, però non viviamo in uno Stato etico dove lo Stato impone, vieta o obbliga a fare”, il commento del vicepremier Matteo Salvini che, a stretto giro, ha ricevuto il sostegno del deputato della Lega, Stefano Candiani, che ha bollato l’obbligo assicurativo come una “tassa a favore delle compagnie assicuratrici”, Insomma, per Candiani si tratta di una proposta “non condivisibile e non accettabile”.
Rincara la dose l’altro vicepremier, Antonio Tajani: “Per le famiglie deve essere facoltativa, non obbligatoria. Per le imprese è già in vigore dalla scorsa legge di Bilancio”. Dopo altre uscite in ordine sparso, più o meno dello stesso tenore, che lo hanno messo all’angolo, il ministro Musumeci ha provato a correggere il tiro, dichiarando che all’interno del governo “c’è un confronto aperto, un ragionamento per capire se le compagnie sono disponibili. Noi puntiamo su un partenariato pubblico-privato, poi bisogna decidere se deve essere, come io sostengo almeno nella prima fase, facoltativo”. Musumeci ha poi precisato che l’obbligatorietà della polizza assicurativa contro i rischi naturali “è un’iniziativa non mia ma del governo, votata dal Parlamento: si tratta di una norma già inserita nella Legge di Bilancio 2024. E riguarda le imprese, escluse le aziende agricole. Ho proposto che questo processo non può non riguardare i privati e le famiglie, gradualmente: nessuno ha parlato di obbligo. Può essere una scelta assolutamente volontaria”.
Rientrata sul nascere, invece, la polemica sulla polizza obbligatoria per le imprese, ad eccezione di quelle agricole, nata da un emendamento di FdI al decreto Omnibus che ne rinviava l’entrata in vigore di un anno, al 31 dicembre 2025. L‘emendamento è stato ritirato e non ci sarà alcun rinvio, ha fatto sapere il ministero delle Imprese, come concordato da Urso e Giorgetti. Il caso vuole che del rapporto tra catastrofi naturali e assicurazioni si sia molto parlato in questi ultimi giorni, non solo per l’alluvione che ha nuovamente buttato sott’acqua l’Emilia Romagna, un anno dopo il terribile 2023, ma anche per l’High-Level Insurance Conference, evento organizzato a Roma dall'Ania, in partnership con la Presidenza italiana del G7, incentrato proprio sugli eventi catastrofali. In particolare, la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, ha ribadito che per far fronte alle perdite derivanti da eventi naturali estremi, è necessario far ricorso a programmi assicurativi pubblico-privati (PPIP), che rappresentano una risposta al divario fra le perdite economiche totali e la copertura assicurativa. Secondo Farina, siamo ancora “poco preparati” ad affrontare la portata di eventi naturali di tale portata e “gli investimenti in strategie di resilienza e prevenzione sono in gran parte in ritardo e insufficienti”. Secondo la presidente di Ania serve quindi agire per cercare di “ridurre le perdite potenziali facendo leva sui punti di forza del settore pubblico e di quello privato. Come assicuratori italiani, crediamo fermamente che i programmi assicurativi pubblico-privati per i rischi naturali svolgano un ruolo fondamentale. Ovviamente non esiste un modello ideale, uguale per tutti, ma il G7 si riferisce a un Quadro di riferimento di alto livello, per guidare i responsabili politici”. Farina ha ricordato tre caratteristiche dei partenariati pubblico-privato. Innanzitutto, “incoraggiano la riduzione del rischio e l'adattamento. Il settore pubblico dovrebbe garantire investimenti adeguati in infrastrutture resilienti e promuovere l'adozione di misure di riduzione del rischio, mentre gli assicuratori privati potrebbero fornire incentivi agli assicurati che adottano misure preventive”. Altra caratteristica evidenziata da Farina è la “la disponibilità e l'accessibilità alle coperture: aspetto fondamentale in vista dell'accelerazione delle perdite dovute ai cambiamenti climatici”. Infine, la presidente dell’Ania ritiene che le tecnologie digitali e l’innovazione “avranno un ruolo chiave nell'affrontare l catastrofi naturali. In particolare l'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico hanno il potenziale per migliorare la valutazione del rischio, semplificare la sottoscrizione e la distribuzione e perfezionare i modelli di tariffazione”.