
Secondo il report di Istat sull'andamento della povertà in Italia, nel 2023 sono stati rilevati poco più di 2,2 milioni di nuclei familiari in condizioni di povertà assoluta (8,4% sul totale delle famiglie residenti, valore stabile rispetto al 2022) e quasi 5,7 milioni di individui (9,7% sul totale degli individui residenti, come nell'anno precedente).
“Nonostante l'andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 (+2,1% di occupati in un anno), registrato anche nei due anni precedenti, l'impatto dell'inflazione ha contrastato la possibile riduzione dell'incidenza di famiglie e individui in povertà assoluta”, ha evidenziato l’Istat che ha poi osservato come l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantenga più alta nel Mezzogiorno (dove coinvolge oltre 859mila famiglie, 10,2%,), seguita dal Nord-ovest (8,0%, 585mila famiglie) e Nord-est (7,9%, 413mila famiglie), mentre il Centro conferma i valori più bassi (6,7%, 360mila famiglie).
Tra le famiglie povere, il 38,7% risiede nel Mezzogiorno (41,4% nel 2022) e il 45,0% al Nord (42,9% nel 2022). Il restante 16,2% risiede nel Centro (15,6% nel 2022). La stabilità dell'incidenza di povertà registrata a livello individuale è frutto di dinamiche territoriali differenti: aumenta per i residenti nel Nord-ovest (9,1% dall'8,2% del 2022), mentre si riduce per chi vive nel Sud (12,0% dal 13,3% del 2022).
Fra i minori l’incidenza si attesta al 13,8% (quasi 1,3 milioni di bambini e ragazzi, dal 13,4% del 2022) che, spiega l’Istat, è il valore più elevato della serie storica dal 2014 a oggi, mentre è all'11,8% fra i giovani di 18-34 anni (pari a circa 1 milione 145mila individui, stabile rispetto al 2022). Per i 35-64enni si conferma al 9,4%, anch'esso valore massimo raggiunto dalla serie storica, mentre è sostanzialmente invariata l'incidenza di povertà assoluta fra gli over 65 (6,2%, quasi 887mila persone).