
Niente più prestiti o investimenti nelle centrali elettriche a carbone. Così ha deciso la compagnia giapponese Nippon Life Insurance Co che risponde in questo modo alle crescenti preoccupazioni di natura ambientale. Ed è il primo grande investitore istituzionale giapponese a prendere una simile iniziativa. Negli ultimi mesi le banche giapponesi hanno ristretto i criteri per l’assegnazione di prestiti alle società energetiche del carbone.
“Abbiamo deciso di interrompere i nuovi investimenti e i prestiti a progetti energetici a carbone sia in Giappone sia all’estero”, ha spiegato alla a Reuters Yusuke Takaishi, vice direttore generale per la pianificazione finanziaria e investimenti di Nippon Life. Le uniche eccezioni previste, riguarderebbero le centrali elettriche che impiegano una tecnologia in grado di catturare l’anidride carbonica emessa dalla combustione del carbone e poi immagazzinata sottoterra, ma si tratta di una soluzione costosa utilizzata solo in alcuni siti in tutto il mondo.
Nippon Life ha un patrimonio di oltre 667 miliardi di dollari e quindi la sua azione potrebbe influenzare altri investitori giapponesi, secondo gli analisti.
La combustione di carbone per generare energia produce grandi quantità di anidride carbonica e altri gas a effetto serra che sono tra i maggiori responsabili dei cambiamenti climatici. Un accordo internazionale raggiunto a Parigi nel 2015 ha impegnato i firmatari a ridurre l’uso di combustibili fossili. “La nostra decisione sul carbone - ha aggiunto Takaishi - è solo il frutto delle nostre discussioni sui cambiamenti climatici e che non tengono conto solamente del carbone”, senza approfondire, non rivelando quanto Nippon Life avesse finora investito nel settore carbonifero.